Il procuratore di Brescia: «Sono tre gli assassini» Rinviato l’interrogatorio in carcere di padre e zio

Sono tre gli assassini di Hina Saleem. È quanto sostiene il procuratore della Repubblica di Brescia, Giancarlo Tarquini: il sostituto Paolo Guidi ha mosso per il padre della giovane uccisa, per lo zio e un terzo uomo ancora ricercato, l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.  A tagliare materialmente la gola a Hina sarebbe stato il padre - ha spiegato Tarquini - ma non è da escludere che lo zio e il terzo uomo abbiano partecipato direttamente all’omicidio.  L’arma che ha ucciso Hina Saleem è invece un grande coltello da cucina: è l’unica indiscrezione emersa finora sull’autopsia della giovane pachistana trovata sepolta nel giardino di casa. L’esame, a differenza di quanto era stato annunciato, è già stato eseguito lunedì: gli inquirenti aspettano dai patologi risposte soprattutto per capire se si è trattato di una unica mano omicida.Intanto è stata rinviata a domani l’udienza di convalida del fermo di Mohammed Saleem e di Mohammad Tariq, rispettivamente padre e zio di Hina. Tutte le conferme sono venute dalla conferenza stampa tenuta oggi a Brescia. Nell’abitazione dove è stato consumato il delitto sono stati ritrovati molti coltelli, ma solo uno sarebbe compatibile con le ferite trovate sul corpo della ragazza e in particolare con quella alla gola che ne avrebbe provocato la morte. Hina è rimasta vittima della sua decisione di vivere all’occidentale, ribellandosi alle rigide imposizioni della tradizione islamica del suo Paese. Per Tarquini l’uccisione è stata insomma una sorta di punizione inflitta dal padre a una figlia che non aveva rispettato le regole, anche se questa punizione va contro le stesse regole della religione.Padre e zio sono fermati sabato dai carabinieri, mentre stavano andando a costituirsi dopo due giorni di latitanza. Il padre ha fatto una serie di ammissioni, poi però davanti al magistrato si è avvalso della facoltà di non rispondere.(16/08/2006)

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