«Il problema non è la tassa su Airbnb
ma i furbetti dell’appartamentino»

Federalberghi continua nella sua lotta contro l’abusivismo e l’evasione fiscale nel settore.

Federalberghi continua nella sua lotta contro l’abusivismo. L’associazione degli albergatori chiede urgentemente il varo di misure per contrastare l’evasione fiscale in ambito delle locazioni turistiche. Secondo Federalberghi il dibattito in merito alla «tassa Airbnb» rischia di distrarre l’attenzione dalla vera piaga che affligge il mercato turistico italiano: «Le centinaia di migliaia di alloggi che operano in completo spregio alla legislazione fiscale e alle altre norme che disciplinano lo svolgimento delle attività ricettive – spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca– danneggiando tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».

Basti considerare che, secondo le stime dell’ultimo Rapporto sul turismo, il numero effettivo delle presenze turistiche potrebbe essere di oltre un miliardo all’anno, quasi il triplo di quelle rilevate dall’Istat. L’obiettivo però non dev’essere quello di introdurre nuove tasse, ma di far sì che tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura. E rispettino le regole poste a tutela dei consumatori, dei lavoratori, della sicurezza pubblica e del mercato. «Confidiamo pertanto che faccia strada la proposta di istituire presso l’Agenzia delle Entrate un registro di coloro che svolgono attività ricettiva in forma non imprenditoriale – aggiunge Bocca – prevedendo che i portali debbano comunicare al fisco gli estremi di ogni transazione, al fine di assicurare che anche i furbetti dell’appartamentino paghino le imposte, applicando le stesse regole previste per i contribuenti onesti che adempiono al proprio dovere quotidianamente».

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