Cronaca
Giovedì 24 Settembre 2015
Il Pd lombardo (e Gori) a Maroni
«Tratti col Governo per l’autonomia»
«A Maroni diciamo: partiamo subito», ha affermato il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri, in una conferenza stampa al Pirellone .
Il Pd lombardo, con un documento firmato dai suoi 10 sindaci di capoluogo e 10 presidenti di Provincia, chiede al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni di intavolare subito la trattativa con il Governo per chiedere più autonomia regionale sulle materie per le quali la Costituzione ne dà possibilità, invece di attendere il referendum consultivo annunciato dal governatore per la prossima primavera.
«A Maroni diciamo: partiamo subito», ha affermato il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri, in una conferenza stampa al Pirellone insieme con il capogruppo regionale Enrico Brambilla, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il presidente della Provincia di Pavia Daniele Bosone. «Se il Governo non risponderà positivamente - ha aggiunto Alfieri - non esiteremo a sostenere il referendum, ma solo come estrema ratio; ma sono convinto che non succederà». Tra le materie sulle quali (dopo un passaggio obbligato in Consiglio regionale) si può aprire la trattativa con il Governo, secondo l’art. 116 della Costituzione, vi sono l’ordinamento scolastico, il governo del territorio, la protezione civile, le disposizioni generali su attività culturali e turismo e i giudici di pace.
Il documento, che sarà portato oggi a Maroni, «è circostanziato e non paragonabile alla genericità del quesito referendario», ha sostenuto Gori. Inoltre il sindaco di Bergamo ha richiamato il tema caro alla Lega Nord del residuo fiscale lombardo (la differenza tra tasse versate allo Stato e risorse restituite) che ammonta a 54 miliardi di euro, dei quali con l’introduzione dei costi standard come criterio di ripartizione tra le Regioni si «potrebbero recuperare 4 miliardi».
Alla stesura del documento ha partecipato anche il presidente della Provincia di Bergamo, Matteo Rossi, che spiega: «Un’iniziativa nata a Bergamo è stata assunta da tutta la politica regionale. Sono contento del protagonismo trasversale della politica bergamasca e soprattutto che si creino i presupposti per portare a casa una vera autonomia».
Dal Pd si registra anche l’intervento del deputato Antonio Misiani: «Sono quindici anni che esiste la possibilità per le Regioni di chiedere ulteriori spazi di autonomia. Finora la Lega e il centrodestra su questo tema hanno prodotto solo chiacchiere e propaganda, buon ultimo il costoso e discutibile referendum convocato da Maroni. È tempo di passare dai proclami ai fatti concreti». «Dagli amministratori locali del centrosinistra oggi è venuta una spinta positiva e importante per una maggiore autonomia per la Lombardia. Ora spetta a Maroni fare passi concreti. Li faccia, prenda le iniziative nei confronti del governo previste dalla Costituzione e dalla legge senza perdere mesi preziosi in attesa del referendum».
Critici i grillini: « La promessa dell’apertura di un tavolo con il Governo – dichiara Dario Violi, capogruppo del M5S Lombardia – è puro opportunismo politico: il Pd lombardo sta cercando di uscire dall’angolo in cui si è cacciato sul tema delle autonomie. I democratici si proclamano a favore del regionalismo, ma per noi contano solo i fatti. A Roma il Governo, a colpi di maggioranza, sta togliendo potere alle regioni con una riforma costituzionale ipercentralista e usa a piene mani la ghigliottina di Renzi per tagliare i fondi ai territori. Gli enti locali sono costretti a cancellare corse di autobus e servizi sanitari e sociali ai cittadini per ripagare lo spottone di Renzi degli 80 euro. Accettare di sedersi al tavolo con il Governo accantonando il referendum è una cambiale in bianco a Renzi che nessun lombardo firmerebbe».
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