Cronaca
Lunedì 28 Settembre 2015
Il Papa: i muri cadranno, non è soluzione
Futuro viaggio in Cina? «Mi piacerebbe»
I muri anti-immigrati che «non sono la soluzione» e «presto o tardi cadranno». La riforma della nullità matrimoniale che «non è un divorzio cattolico». Gli abusi sessuali da considerare «un sacrilegio» e sui quali hanno colpe anche i vescovi che «hanno coperto». Il desiderio di andare in Cina, perché «amo quel popolo». Sono tanti i temi toccati da Papa Francesco in 50 minuti di conversazione con i giornalisti sull’aereo che lo ha riportato da Filadelfia a Roma.
«Sapete come finiscono i muri: tutti i muri crollano, oggi, domani o dopo cento anni. Non è questa la soluzione», risponde il Pontefice sulle barriere di filo spinato in Europa contro l’arrivo dei profughi. «I muri non sono la soluzione - ripete -. Il problema rimane, ma con più odio». Dinanzi alla «crisi migratoria», «la più grave dall’ultima guerra», «in questo momento l’Europa è in difficoltà, è vero. Dobbiamo essere intelligenti - sottolinea Bergoglio -, viene tutta quell’ondata migratoria, e non è facile trovare soluzioni. Ma con il dialogo i Paesi devono trovarlo. I muri non sono la soluzione. Invece i ponti lo sono. Sempre».
Vi ringrazio di cuore. L'amore di Cristo guidi il popolo americano sempre!
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 28 Settembre 2015
Gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti sono stati «non dico un’apostasia, ma quasi un sacrilegio» e «sono colpevoli anche quelli che hanno coperto queste cose», «anche alcuni vescovi», sottolinea Francesco. «Gli abusi sono dappertutto - osserva -: sono nelle famiglie, nei rapporti di vicinato, nelle scuole, nelle palestre. Ma quando un sacerdote fa un abuso è gravissimo perché la sua vocazione è far crescere quel bambino, quella ragazza verso l’alto, verso l’amore di Dio, verso la maturità affettiva, verso il bene. Invece con l’abuso ha scacciato tutto questo, ed è così che è quasi un sacrilegio».
«Lui ha tradito la chiamata del Signore», insiste il Pontefice. «E sono colpevoli anche quelli che hanno coperto queste cose. Anche alcuni vescovi che hanno coperto: è una cosa bruttissima». Il Papa, che dice anche di capire le famiglie che non perdonano, risponde sul perché, nell’incontro coi vescovi a Washington, ha usato parole di consolazione e comprensione. «Le parole di conforto non significano dire “stai tranquillo, non è niente”. Non è così. Il fenomeno degli abusi è stato tanto brutto ed io mi immagino che voi piangete tanto, soffrite. Questo il senso di quelle parole».
La riforma della nullità matrimoniale «non è il divorzio cattolico». «Nella riforma dei processi - dice il Papa - ho chiuso la porta alla via amministrativa, che era la via dalla quale poteva entrare il divorzio». «Chi pensa che si tratti di un divorzio cattolico sbaglia, perché il Motu Proprio chiude la porta al divorzio che poteva entrare, era più facile, per la via amministrativa - dice -. Invece sempre ci sarà la via giudiziale». Francesco spiega che la riforma dell’iter è andata incontro alla richiesta della maggioranza dei padri sinodali per uno snellimento. «Ma non è divorzio - specifica - perché il matrimonio è un sacramento, è indissolubile, e questo la Chiesa non lo può cambiare. È dottrina. O non è stato matrimonio, quindi c’è la nullità, non è esistito, ma se è esistito è indissolubile».
«Mi piacerebbe tanto andare in Cina. Io amo il popolo cinese. Gli voglio bene», afferma il Papa. «Io mi auguro che ci sia una possibilità di avere buoni rapporti con la Cina. Abbiamo contatti, ne parliamo: occorre andare avanti». «La Cina è una grande nazione che apporta al mondo una grande cultura, tante cose buone - osserva -. Avere un Paese amico come la Cina, che ha tanta cultura e tanta possibilità di far bene, sarebbe una gioia».
«Ho avuto la notizia l’altro ieri, non conosco ancora bene la situazione - dice Bergoglio sui bombardamenti francesi in Siria -. Quando sento la parola bombardamento, morte, sangue, ripeto quello che ho detto al Congresso americano e all’Onu: bisogna evitare queste cose. Ma la situazione politica non la giudico perché non la conosco».
«Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Ho chiesto agli organizzatori e neanche loro lo hanno invitato». Così il Papa risponde a una domanda sul fatto che il sindaco Marino ha detto di essere andato all’Incontro mondiale delle famiglie di Filadelfia su invito del Pontefice. «È venuto - aggiunge -. Lui si professa cattolico: è venuto spontaneamente».
Sapete qual era il titolo dei Papi, che si deve usare? Servo dei servi di Dio. È un po’ differente dalla star». Sono le parole con cui risponde ad una domanda sul fatto che negli Stati Uniti è diventato una star e se questo sia un bene per la Chiesa. «Le stelle sono belle da guardare - sorride Francesco -. A me piace guardarle, quando è sereno, d’estate. Ma il Papa deve essere servo dei servi di Dio». «Sì, nei media si usa questo, ma c’è un’altra verità: quante star abbiamo visto che poi si spengono, cadono? È una cosa passeggera». «Invece essere servo dei servi di Dio - conclude -, questo è bello, non passa».
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