Il padre del bimbo azzannato:
«Voleva accarezzarlo, l’ha aggredito»

«Non ho fatto nemmeno in tempo ad appoggiare la borsa accanto all’ombrellone. Ho sentito mio figlio che mi ha detto: “Vado a salutare Pietrino”, come viene chiamato in spiaggia questo pastore tedesco. Un attimo dopo ho visto la testa del mio bimbo tra le sue fauci»

«Non ho fatto nemmeno in tempo ad appoggiare la borsa accanto all’ombrellone. Ho sentito mio figlio che mi ha detto: “Vado a salutare Pietrino”, come viene chiamato in spiaggia questo pastore tedesco che riporta i sassi quando si lanciano. Un attimo dopo ho visto la testa del mio bimbo tra le sue fauci». Ha la voce tranquilla al telefono dall’ospedale Civile di Palermo questo giovane papà di Palosco. Perché, spiega, «è vero che non doveva succedere, ma poteva andare anche molto peggio».

Meno di ventiquattr’ore prima, alle tre di giovedì pomeriggio, suo figlio di tre anni e mezzo è stato azzannato al volto da un cane randagio che il bimbo voleva semplicemente accarezzare, proprio come farebbe qualunque altro bambino vedendo un animale sdraiato davanti al lettino accanto a quello dei suoi genitori, sulla spiaggia della Guitgia di Lampedusa.

Giovedì il piccolo è stato sottoposto a un delicato intervento di chirurgia plastica all’ospedale palermitano e probabilmente dovrà subirne un altro. Le fauci del pastore tedesco gli hanno infatti causato lesioni alla guancia e all’orecchio sinistri. Inizialmente i medici si erano riservati la prognosi, ma giusto per l’età del bimbo. In realtà il piccolo non è mai stato in pericolo di vita e già ieri, mentre il papà era al telefono, saltellava felice sul lettino del reparto di Chirurgia plastica, forse inconsapevole del rischio che ha corso.

Il bimbo dovrebbe essere dimesso tra oggi e domani: a Bergamo dovrà probabilmente essere di nuovo sottoposto a un intervento di chirurgia plastica al viso. «A chi sui vari siti ha commentato polemicamente, chiedendo dove fossimo noi in quel momento, rispondo semplicemente che eravamo lì a due metri e che non si poteva certo pensare a una reazione del genere. Nessuno in spiaggia aveva la sensazione di essere in pericolo. Anche se ora, visto quello che è accaduto, è chiaro che una soluzione andrebbe trovata perché di animali liberi in giro a Lampedusa ce ne sono davvero troppi».

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