Cronaca / Valle Brembana
Lunedì 02 Giugno 2014
Il Museo alpino apre le sue porte
Tutti i cimeli della Grande guerra
È stato inaugurato nel settembre del 2011 e in meno di tre anni è cresciuto notevolmente. Si tratta del Museo alpino della sezione Ana di Bergamo, che si presenta alla città rinnovato negli spazi e nell’allestimento.
È stato inaugurato nel settembre del 2011 e in meno di tre anni è cresciuto notevolmente. Si tratta del Museo alpino della sezione Ana di Bergamo, che si presenta alla città rinnovato negli spazi e nell’allestimento grazie all’impegno di un piccolo gruppo di appassionati. Durante la Prima festa sezionale, nei due prossimi fine settimana (6,7 e 8, poi 13, 14 e 15 giugno) il Museo aprirà le porte a tutti.
Il Museo si sviluppa su 2 piani di un’ala della cascina donata agli alpini e da loro ristrutturata. Raccoglie cimeli della storia alpina dal lontano 1872 ad oggi. Nelle grandi stanze i materiali sono raccolti per temi. Al primo piano i documenti che riguardano la prima guerra mondiale con divise, cappelli, oggetti in uso ai militari; curiose le grandi casse che racchiudono il necessario per una piccola farmacia, o le vettovaglie per la cucina da campo.
La nuova sala a piano terreno è dedicata al fedele amico dell’alpino: il mulo, più noto come «jeep a pelo». Uno in resina, è collocato in un angolo, intorno basti, finimenti di cuoio, e tutti gli attrezzi necessari per prendersi cura dell’animale. La ricca collezione di maniscalcia è frutto di una generosa donazione da parte dell’alpino Amabile Rigamonti del gruppo di Campagnola, membro attivo dei volontari del museo: «Sono oggetti raccolti nel corso degli anni, ad un certo punto ho dovuto decidere se rimanere a casa io o tutto quanto avevo collezionato».
Un’altra sezione è dedicata ai Fratelli Calvi, con la mostra itinerante ospitata già da alcuni gruppi Ana della provincia; in una vetrina gli oggetti che le famiglie Calegari-De Giuli, discendenti dei celebri fratelli di Piazza Brembana, hanno donato all’Ana. Tra questi una copia autografa della relazione-diario, scritta dal capitano Nino Calvi dal titolo «Come si conquistarono i grandi ghiacciai dell’Adamello», risalente al 1916. Tra le ultime acquisizioni, le quattro tessere di iscrizioni al Cai dei fratelli e un quadretto con i nastrini delle loro medaglie al valor militare. In questa sala verranno esposte le quattro nuove divise, realizzate da una sartoria militare, che mostrano l’evoluzione degli equipaggiamenti alpini dal 1883 alla prima guerra mondiale.
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