Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 30 Aprile 2014
Il maestro Dal Lago è sempre grave
L’Aribi: mettete in sicurezza le bici
Carlo Dal Lago resta in condizioni critiche dopo l’incidente di martedì in via Lunga. Interviene l’Aribi, ricordando come le soluzioni viabilistiche non sempre tengono conto degli utenti più deboli della strada. Così accade in via Lunga, dove la ciclabile finisce sul rondò.
Carlo Dal Lago resta in condizioni critiche dopo l’incidente di martedì in via Lunga. E sull’argomento interviene l’Aribi, ricordando come le soluzioni viabilistiche troppo spesso non tengono conto degli utenti più deboli della strada.
Così accade in via Lunga, dove la ciclabile finisce direttamente sul rondò, in un punto molto pericoloso: chi parte da Seriate e si dirige verso Bergamo ha a disposizione una pista ciclabile per un tratto abbastanza lungo.
Ciclabile che però si interrompe improvvisamente proprio all’altezza della Fiera: i ciclisti vengono letteralmente «scaricati» nel rondò. Non un rondò qualsiasi ma uno dei più trafficati e pericolosi. È così largo che le auto riescono a impegnarlo anche a 80 all’ora, nonostante il limite sia a 50.
Aribi, per voce del suo presidente Claudia Ratti, lancia un appello agli amministratori e ai tecnici che si occupano di strade, spiegando anche come un rondò possa, tutto sommato con poca spesa, costruito o reso più sicuro.
La lettera dell’Aribi
«Spettabile Redazione,
mi permetto di scrivere alla vostra testata giornalistica per richiamare l’attenzione sul gravissimo incidente avvenuto ieri 29 aprile a Seriate, nei pressi della rotatoria, ad un ciclista, il maestro dal Lago.
Purtroppo le soluzioni viabilistiche non sempre tengono conto degli utenti più deboli della strada e accade ancora troppo spesso che pedoni e ciclisti appaiano nella cronaca dei giornali come vittime della strada.
A.ri.bi caldeggia ogni amministratore, specialmente chi si occupa di viabilità, i sindaci, i tecnici comunali che fanno riferimento a quello specifico ambito a verificare di persona, mettendosi in sella alla propria bicicletta i percorsi e gli attraversamenti.Solo così si potranno rendere conto che in taluni casi risulta davvero troppo rischioso a pedoni e ciclisti optare per la scelta di avvalersi delle proprie gambe a favore dell’ambiente.
Nello specifico caso osserviamo che risulta davvero difficile oltre che raro, incappare in automobilisti che rallentano e favoriscano il transito agli utenti più deboli. La rotatoria già non è “cycle-friendly” (perché́ troppo ampia e trafficata) costituisce un ostacolo importante sul collegamento ciclabile e necessita di adeguamenti.
In uno Stato in cui la cultura della mobilità ciclistica non è ancora radicata, gli automobilisti non rispettano il diritto di precedenza delle biciclette, a meno che questo non sia messo in evidenza in modo chiaro e ben visibile. Le rotatorie hanno dei punti di forza ma perchè siano anche “cycle-friendly” possono essere solo di due tipi:
Le rotatorie a una corsia con traffico misto sono gli incroci più̀ sicuri per i ciclisti, se l’intensità̀ del traffico è moderata, e non necessitano di interventi particolari a favore delle biciclette.
Le rotatorie con piste ciclabili in sede propria separate e con diritto di precedenza consentono ai ciclisti un transito comodo e senza interruzioni su rotatorie grandi e trafficate.
Per rendere una rotatoria più sicura e semplice da attraversare per i ciclisti si possono prendere in considerazione le seguenti opzioni, in particolare quando si tratta di collegamenti locali importanti della rete ciclistica:
· trasformare una rotatoria a due corsie in una rotatoria a una sola corsia, per traffico misto o con una pista ciclabile in sede propria separata. Se l’intensità del traffico è̀ troppo elevata occorre implementare interventi per ridurre il traffico, farlo deviare o moderarlo in tutta la zona
· restringere la corsia della rotatoria a un massimo di 6 m. In questo modo si riducono i punti di scontro potenziali perché́ i veicoli a motore e le biciclette devono procedere in fila indiana
· togliere una corsia agli ingressi o alle uscite. Questa soluzione può essere realizzata sostituendo una corsia per il traffico con una corsia dedicata agli autobus, possibilmente utilizzabile anche dalle biciclette.
· installare dossi anti-velocità̀ attraverso le corsie di entrata e uscita
· inserire una pista ciclabile su corsia riservata circolare (o una corsia preferenziale per le biciclette) nella rotatoria, a una certa distanza dal bordo esterno. In questo modo si aumenta la sicurezza e la visibilità̀ dei ciclisti creando uno spazio ben visibile per le biciclette e attirando l’attenzione degli automobilisti sulla loro presenza. I ciclisti sono portati a procedere lontano dal bordo esterno, così le auto che escono dalla rotatoria possono sorpassare le biciclette dal lato esterno. I ciclisti si avvicinano al bordo solo quando devono uscire
· aggiungere isole spartitraffico per entrate e uscite più̀ sicure. Una sottile striscia di separazione protegge i ciclisti dalla svolta a destra delle auto in entrata. Questa opzione può̀ essere utile sulle corsie di entrata (appena prima della rotatoria) e sulla rotatoria stessa (sotto forma di una piccola svolta continua lievemente curva appena prima della corsia di uscita).
L’auspicio è che le pagine di questo quotidiano e di tutti i quotidiani italiani, si impoveriscano di queste tristi notizie e fioriscano invece spazi dedicati ad Amministrazioni virtuose che magari prendono a modello le soluzioni viabilistiche atte a favorire la ciclabilità e la pedonalizzazione di un maggior numero di zone.
Al contempo A.ri.bi auspica che anche i ciclisti siano sempre più consapevoli di essere UTENTI DEBOLI DELLA STRADA e adottino tutte le misure di sicurezza ( biciclette manutentate, abbigliamento chiaro, casco ecc..), rispettino le norme in vigore (fari, giubbino catarifrangente,catarifrangenti, campanello) e rispettino soprattutto il CODICE DELLA STRADA per tutelare la propria incolumità.
Ringraziamo per l’ospitalità sulla pagina e siamo vicini alla famiglia del signor Dal Lago confidando nella sua ripresa».
Claudia Ratti
Presidente A.ri.bi aderente Fiab Associazione per il rilancio della bicicletta
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