Il Liceo Sarpi guarda ai prossimi 200 anni

Si sono concluse al Palacreberg le manifestazioni del bicentenario del Liceo Sarpi, con una mattina di discorsi, ricordi, musica e teatro. Il latinista Arturo è ricorso Moretti ai cartoni animati per spiegare che il latino va insegnato come una lingua viva (più lessico e meno vocabolario) e che è meglio spalmare la grammatica su cinque anni invece che due.

É partita quest’anno scolastico, infatti, una sperimentazione per l’insegnamento del latino tesa a far padroneggiare meglio la lingua attraverso la lettura e l’elaborazione di testi autonomi. L’intervento del prof. Moretti è stato il più apprezzato dagli studenti, mentre gli ex allievi si sono goduti Carlo Maria Pacati che ricordava il proprio maestro e poi collega Carlo Cremaschi, scomparso vent’anni fa.

Tra passato e futuro, il presente della cultura classica è stato delineato da Ivano Dionigi dell’università di Bologna che ha sottolineato la valenza di «made in Italy» del liceo classico, prodotto scolastico da valorizzare nel mercato europeo.

Sul palco del Palacreberg, Gian Gabriele Vertova ha ricordato la professoressa Rossana Arnone, recentemente scomparsa. A nome dei suoi allievi hanno parlato due studentesse, commosse. Nel corso della mattinata, tra le relazioni dei docenti e gli intermezzi creativi degli studenti, c’è stato posto anche per i genitori, rappresentati da Gianni Bergamasco, per gli ex alunni - con il presidente Ettore Tacchini - e per i ringraziamenti della preside Giovanna Govoni a tutto il Comitato per il Bicentenario presieduto da Franco Bertacchi.

Il prof. Sergio Gabbiadini ha realizzato un CD della mostra organizzata al Teatro Sociale, sponsorizzato dal Credito Bergamasco. Insieme al catalogo, alla medaglia e al libro di memorie coordinato da Giorgio Mangini, resterà a testimoniare l’attenzione della scuola alla sua storia. Al Bicentenario però è mancato, manca, un progetto per il futuro, un segno per gli studenti che verranno e che tangibilmente mostri, se gli studi classici sono scuola di partecipazione civile, che il liceo è parte integrante del territorio. Ma qui deve venire in aiuto la città. Senza aspettare duecento anni.

(15/1172004)

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