Il dolore della figlia: vorrei averti accanto
Le amiche la ricordano: Zina aveva paura

«Avrei voluto svegliarmi e averti accanto a me, ma ti hanno portata via. Ho paura mamma!». Bastano poche parole, un grido di dolore straziante. È quello della primogenita di Zina Solonari, scritto sul suo profilo Instagram.

Un messaggio commovente, quello della figlia 16enne, venuta dalla Moldavia per raggiungere, piccolissima, la mamma e quel papà che prima le ha dato una seconda vita e ora è in carcere, accusato proprio del terribile omicidio di sua madre.

«Quanto vorrei riavere quelle serate trascorse a ridere con te. Quanto vorrei sentire la tua voce in questo momento» scrive sui Social la ragazza. Con il dolore della giovane figlia, anche quello delle amiche, connazionali di Zina, che di lei raccontano: «Da qualche mese era lo spettro di se stessa, era dimagrita, aveva paura, diceva che lui l’avrebbe ammazzata» e ricordano il suo arrivo in Italia: «Aveva più o meno vent’anni, era arrivata qui nel 2003 e aveva trovato lavoro come badante. A Cologno conosce quello che diventerà suo marito. Stavano bene, all’inizio stavano bene, erano una bella famiglia e Zina era felice».

Ma quella felicità si è spezzata con la gelosia del marito: «Zina voleva un po’ di libertà, però. Voleva lavorare, prima di tutto. E per un po’ era riuscita, facendo la cameriera in qualche bar o ristorante. Però poi lui gliel’aveva impedito, perché era geloso. E aveva cominciato ad assediarla, a soffocarla, poi a minacciarla».

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