Il dolore dei genitori di Abdul:
«Per noi un dramma senza senso»
Sarà l’autopsia in programma oggi a fornire elementi più certi sulla morte di Abdul Gaye, il sedicenne senegalese deceduto martedì un’ora dopo avere perso i sensi mentre si trovava in classe, all’istituto professionale Mozzali di Treviglio.
Sarà l’autopsia in programma oggi a fornire elementi più certi sulla morte di Abdul Gaye, il sedicenne senegalese deceduto martedì un’ora dopo avere perso i sensi mentre si trovava in classe, durante la lezione di lettere all’istituto professionale Mozzali di Treviglio.
L’autopsia sarà fondamentale per stabilire se lo studente di seconda tecnico elettrico sia stato colto da un malore poi rivelatosi fatale, oppure il decesso sia ricollegabile al trauma riportato dal ragazzo nell’urto contro il vetro della finestra dell’aula, in seguito al mancamento che lo aveva colpito.
A fornire i primi dettagli della dinamica era stato martedì sera Mamadou Gaye, il papà di Abdul. Aveva sostenuto che il figlio si trovava al suo banco, quando si era piegato per raccogliere il cellulare caduto sul pavimento, per poi rialzarsi e perdere i sensi, urtando infine la testa contro il calorifero.
Una versione ripetuta anche ieri dal padre del sedicenne: «Ho solo detto quanto mi era stato riferito dalla scuola e ora mi trovo davanti a una nuova dinamica di quanto è successo, ma forse pochi hanno compreso il nostro dramma e la sostanza non cambia: Abdul non è più tra noi, è un dramma senza senso».
Un racconto, quello di Mamadou Gaye, scandito anche con orari e tempi di soccorso sul quale ieri mattina la direzione scolastica del Mozzali ha voluto fare delle precisazioni, con un comunicato stampa nel quale si ricostruiscono le fasi dell’accaduto.
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