Il cyberbullismo avanza anche a Bergamo
Dall’inizio dell’anno già 69 indagini

Anche a Bergamo è allarme per il cyberbullismo: da gennaio e al 31 ottobre sono già state avviate 69 indagini mirate per il fenomeno del bullismo on line.

In azione la polizia postale e la polizia giudiziaria. I dati sono in linea con quelli dell’anno scorso: più di una indagine ogni settimana.

Il fenomeno riguarda per lo più minorenni, ma anche qualche maggiorenne. I reati più diffusi sono la diffamazione e il furto d’identità. Di chi si sente diffamato sui social network, alcuni decidono che la diffamazione è talmente grave da sporgere denuncia.

E, nei casi più gravi, la querela sfocia in un’indagine di polizia giudiziaria. In molti altri casi, invece, le denunce vengono ritirate a seguito di chiarimenti tra le parti, anche con i rispettivi legali che fanno da tramite.

Il fenomeno diventa più grave quando di mezzo ci sono dei minorenni, che diventano vittima dei bulli digitali: loro coetanei che, nascondendosi dietro lo schermo del computer, tartassano compagni di classe, amici o conoscenti, pubblicando su Facebook scritte o foto diffamatorie.

Nel 2015 sono stati 6 i casi di diffusione di materiale pedopornografico (in tutto l’anno scorso furono 7 gli episodi, con due minorenni indagati, mentre da gennaio di quest’anno non risultano minori indagati). Nessun episodio di stalking on line si è invece registrato a Bergamo, né quest’anno, né l’anno scorso.

L’importante comunque è sapersi difendere.

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