Cronaca / Valle Seriana
Mercoledì 04 Dicembre 2013
Il caso Morandi finisce a Lizzola
In 9 box realizzati dal Comune
Il nuovo rivolo dell’inchiesta per appropriazione indebita che vede indagato il sindaco di Valbondione ed ex direttore della filiale Private di Intesa San Paolo a Fiorano, Benvenuto Morandi, finisce dritto in via San Bernardino, a Lizzola, nei 28 box - ma nello specifico 9 - realizzati dal Comune.
Il nuovo rivolo dell’inchiesta per appropriazione indebita che vede indagato il sindaco di Valbondione ed ex direttore della filiale Private di Intesa San Paolo a Fiorano, Benvenuto Morandi, finisce dritto in via San Bernardino, a Lizzola, nei 28 box - ma nello specifico 9 - realizzati dal Comune.
Gli inquirenti infatti sono giunti a una nuova singolare scoperta: alcuni privati che in teoria dovevano avere già la penna in mano per firmare il preliminare d’acquisto, nel migliore dei casi non avevano dato alcuna disponibilità, in altri non sapevano neppure di cosa si stesse parlando.
Martedì 3 dicembre il pm Maria Cristina Rota, che coordina l’inchiesta, insieme ai carabinieri di Clusone ha cercato di far luce sul punto, convocando per un nuovo valzer di interrogatori una decina di persone, fra cui alcuni di questi mancati o inconsapevoli «acquirenti».
«Non so nulla di questi box, e manco da Lizzola da 25 anni». Oscar Albricci, amministratore di condominio, racconta la sua esperienza. Il 21 novembre riceve una lettera dal Comune di Valbondione, precisamente dall’ingegner Gianfranco Lubrini, responsabile dell’ufficio tecnico. «Abbiamo appreso che la Mountain Security Srl ha ceduto alla signoria vostra il preliminare per l’acquisto del box 19, per 17.600 euro. È pregato dunque di versare il 50 per cento subito». E il resto in successive tranche. Albricci cade dalle nuvole. Aveva già dato mandato al suo avvocato di intervenire, quando il 30 novembre arriva una seconda comunicazione, sempre dell’ufficio tecnico: «Su mandato del segretario comunale – recitava il documento – è tutto sospeso, non deve versare nulla». L’esperienza di Albricci ha risvolti kafkiani: «Io – dice – non sapevo nulla di questo box». Ma come lui, sono in tutto nove gli acquirenti per cui il Comune aveva chiesto la formalizzazione del preliminare e il pagamento della caparra. Almeno 5 di loro non sapevano nulla dell’operazione.
Per saperne di più leggi L’Eco di Bergamo del 4 dicembre
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