Il caso delle piscine di Cologno
Tra gli indagati forse gli ex consiglieri
Per la vicenda della piscine di Cologno potrebbero esserci i consiglieri tra gli indagati dalla Procura della Repubblica, che sulla vicenda ha aperto un’inchiesta per truffa aggravata.
I consiglieri che nel 2010, durante l’Amministrazione guidata dall’attuale vicesindaco Roberto Legramanti (Lega) avevano votato l’affidamento per la progettazione, costruzione e gestione dell’impianto. Vittime sarebbero lo stesso Comune di Cologno e l’Istituto per il credito sportivo, ovvero la banca pubblica che ha finanziato l’operazione per 8.700.000 euro.
Il giorno dopo il blitz in municipio compiuto dalla Guardia di finanza di Treviglio che lunedì, su mandato del pm Giancarlo Mancusi, ha acquisito tutta la documentazione legata al centro natatorio chiuso dal 10 ottobre 2013, è «caccia» alle persone (una decina, secondo quando trapelato dalla Procura) che risulterebbero sul registro degli indagati.
Finora, però, ancora nessuno ha ricevuto la notifica. L’attenzione si concentra soprattutto sulla maggioranza che aveva votato la convenzione con la società OnSport Cologno, ora dichiarata fallita, compresi quindi lo stesso Legramanti e l’attuale sindaco Claudio Sesani che ne era vice.
Sull’esito dell’indagine, che potrebbe durare diversi mesi, il vicesindaco continua a dirsi tranquillo e intenzionato ad andare avanti a cercare un nuovo operatore che possa riaprire al più presto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA