I genitori dell’ultrà in carcere a Torino
«È innocente: chi sa parli e lo aiuti»
«Chiediamo un po’ di spazio per rivolgere un appello a tutti coloro che erano presenti allo stadio torinese e in particolare erano vicini alla postazione da dove è partita la bomba carta».
I genitori di Giorgio Saurgnani - il ventisettenne assicuratore di Romano, ultrà juventino accusato di aver partecipato al lancio della bomba carta nel derby della Mole del 26 aprile - hanno scritto una lettera aperta al nostro giornale dopo che il gip Luisa Ferracane non ha creduto alla difesa e ha respinto la richiesta di arresti domiciliari con il braccialetto elettronico presentata dal suo avvocato.
«Giorgio - scrivono Cinzia e Patrizio Saurgnani - si è subito dichiarato estraneo e noi, che lo conosciamo bene, gli crediamo. Per quanto riguarda i suoi innumerevoli, allucinanti messaggi, audio e scritti, e le foto da esaltati, capiamo perfettamente che i magistrati abbiano dovuto indagare su di lui.
Anzi, come cittadini ci sentiamo rassicurati dal lavoro che stanno svolgendo, ma siamo sicuri che Giorgio non possa aver programmato o compiuto azioni criminali. Tutte quelle parole fuori luogo, su argomenti così seri, ci amareggiano e mortificano come genitori. Però non si tratta di stabilire se questi ragazzi siano stati stupidi o demenziali (perché ciò è sicuro) ma se possano essere responsabili di azioni pericolose. Noi crediamo profondamente di no.
Ringraziamo le tantissime persone che in questi giorni difficili ci hanno dimostrato solidarietà confermando la stima nei confronti di Giorgio: “Conoscendolo non può essere stato lui”. Ma per dimostrare la sua estraneità abbiamo bisogno di una testimonianza che confermi la sua versione dei fatti. Gli avvocati difensori in questo senso avrebbero bisogno di testimoni in grado di riferire qualcosa di preciso sui momenti dello scoppio della bomba, in particolare qualcuno che possa ricordare chi sia stato o dove si trovasse Giorgio in quei momenti.
Dato che siamo consapevoli del quadro indiziario, è fondamentale poter ricevere un aiuto concreto da chi era presente in quella zona dello stadio per una testimonianza che per noi e per Giorgio può essere determinante.
Invitiamo pertanto tutti coloro che avessero visto qualcosa a mettersi in contatto, anche in forma anonima, con il giornale o con gli avvocati difensori Monica Arossa e Gianluca Quadri ([email protected]; [email protected]; [email protected]). Grazie di cuore, direttore, se vorrà pubblicare questo nostro appello. Un cordiale saluto, aspettando con ansia che Giorgio torni a casa».
I genitori fanno appello anche ai ragazzi che chattavano con Saurgnani. Sul cellulare dell’assicuratore erano state trovate chat, sms e messaggi vocali dal contenuto inequivocabile, almeno secondo gli inquirenti. Uno era stato inviato alle 14,52 del 26 aprile, cinque minuti prima del lancio della bomba carta che aveva ferito undici tifosi granata: «Tra poco boom». Destinatario un amico bergamasco, che è già stato interrogato dagli investigatori.
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