Guardie padane a processo, Salvini:
«È una follia, chiederemo i danni»

«Una follia il processo alle Guardie Padane, chiederemo i danni al ministero della Giustizia».Così Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato la decisione di chiedere il rinvio a giudizio da parte della procura bergamasca.

Salvini è intervenuto sabato sera 27 dicembre alla Bèrghem Frecc di Albino indossando un maglioncino blu con la scritta caratteri cubitali «15%, si può»: il riferimento è all’aliquota fissa (proposta portata avanti dal Carroccio in materia fiscale) ma potrebbe leggersi anche come obiettivo elettorale, ormai a portata di mano, per una Lega salviniana in forte ascesa.

Nel mirino del leader padano il premier Renzi («è uno sfigato, una marionetta che non è libera di decidere: il nostro obiettivo per il 2015 deve essere quello di mandare a casa questo governo di m...), il Jobs Act («il problema per un impreditore non è quello di poter licenziare, ma quello di avere i soldi per poter assumere e per pagare le tasse a questo Stato ladro»), l’immigrazione e i rom («Quando andremo al governo chiuderemo tutti i campi rom: sono cittadini come tutti gli altri, con gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri») e la legge Fornero («il referendum lo vogliamo, altrimenti smonteremo mattoncino per mattoncino la Corte Costituzionale»).

Subito dopo Salvini difende a spada tratta, in stile Alberto da Giussano, le Guardie Padane: «È una follia, è un processo cominciato 18 anni fa, a carico di padri di famiglia, alcuni dei quali sono persino morti - ha sottolineato lo stesso Salvini -. Chiederemo i danni al ministero della Giustizia, per i milioni fatti spendere agli italiani per processi che non servono a nulla: c’è un limite a tutto. Arrestino ladri e spacciatori, non gente che ha solo manifestato le proprie idee».

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