Sei mesi di condanna e 5 mila euro di risarcimento al Consorzio nazionale Lotterie. È finita così lunedì 1° dicembre per la donna che lo scorso anno si è presentata in banca sperando di intascare mezzo milione di euro con un Gratta&vinci rivelatosi poi falso. Qualcuno aveva sostituito due numeri originari con un «23» e un «15», le cifre necessarie a raggiungere la combinazione che dava diritto a un premio di 500.500 euro. La donna, una pensionata di 67 anni residente in città, aveva dichiarato di aver trovato il tagliando vincitore per terra, ma il giudice non le ha creduto.La vicenda risale al 19 novembre 2007: la signora, incensurata, si presenta in banca e mette all’incasso il tagliando. L’istituto di credito, prima di pagare, fa una verifica al Consorzio nazionale lotterie e qualche giorno dopo ottiene il responso: il biglietto è stato falsificato, le due cifre originarie sono state sostituite con altre due che consentivano di sbancare il jackpot da mezzo milione di euro. Taroccate in modo talmente chirurgico che il Consorzio nazionale lotterie se n’è accorto solo confrontando il codice a barre: il numero di matrice non figurava tra quelli dei biglietti vincenti e così, hanno arguito i periti, il tagliando doveva essere stato modificato.La pensionata quindi, oltre ai sei mesi di condanna, dovrà risarcire 5 mila euro al Consorzio nazionale Lotterie che si era costituito parte civile.(01/12/2008)
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