Grassobbio, «ciao piccolo eroe»
«Ora aiutaci tu». L’addio a Davide
Una folla immensa che a stento la chiesa parrocchiale di Grassobbio è riuscita a contenere. Per l’ultimo saluto al piccolo Davide non è voluto mancare nessuno. Tutti stretti attorno al dolore dei genitori, la mamma Monica e il papà Emanuele. Un addio straziante, un addio fra le lacrime.
Una folla immensa che a stento la chiesa parrocchiale di Grassobbio è riuscita a contenere. Per l’ultimo saluto al piccolo Davide non è voluto mancare nessuno. Tutti stretti attorno al dolore dei genitori, la mamma Monica e il papà Emanuele. Un addio straziante, un addio fra le lacrime, un lungo corteo che ha accompagnato la piccola bara bianca portata a spalla.
Molti hanno assistito al rito all’esterno della parrocchiale, sul sagrato. Qui sono stati srotolati anche due striscioni con le scritte commoventi: «Il suo sorriso è la tua forza. Ci ha insegnato a non mollare mai. Ciao piccolo eroe» ed ancora: «Quando si vola non si può più cadere, ciao Davide». C’era anche un trapiantato della Marche arrivato a Grassobbio con tutta la famiglia per dare l’ultimo abbraccio al Davide, conosciuto nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale.
A celebrare i funerali il parroco di Grassobbio, don Emanuele Bedini, e con lui c’era anche don Emanuele Poletti, ex curato di Grassobbio. Nella sua omelia don Bedini ha sottolineato: «Quando succedono tragedie così è lecito domandarsi perché ed è lecito anche arrabbiarsi e non capire, ma Dio ha vinto la morte e ogni disperazione e noi non dobbiamo fermarci al pianto (anche il parroco era visibilmente commosso e in lacrime, ndr), ma dobbiamo affidarci con fede a lui. Davide, ora che sei in paradiso, aiutaci tu». Tutti hanno sottolineato la grande lezione di vita che Davide, pur sofferente, ha dato agli adulti con il suo sorriso.
Davide Vecchi si è spento a 9 anni venerdì sera al Papa Giovanni XXIII, in seguito ad alcune patologie cardiache.
«Davide ci ha dato un grande insegnamento di vita - hanno sempre detto i genitori-: nostro figlio non si lamentava mai e non diceva mai che stava male. Ha sempre affrontato la malattia con il suo sorriso e la sua gioia. Dobbiamo imparare questo».
Dalla nascita Davide stava lottando con le patologie legate a un’ipertrofia cardiaca, una malformazione diagnosticatagli quando aveva solo 2 mesi di vita. Dopo il trapianto, avvenuto all’età di 2 anni e mezzo, le sue condizioni di salute si sono aggravate dallo scorso mese di luglio: le coronarie gli si erano chiuse e il piccolo era stato colto da un arresto cardiaco.
Da quel momento il suo quadro clinico era diventato molto precario, come confermato nell’ultimo controllo medico effettuato martedì scorso al Papa Giovanni. Il bimbo non ha più fatto ritorno a casa, in vicolo Brescia: è stato trattenuto in ospedale per il cambio di terapia e in attesa di un nuovo trapianto. Ma Davide non ce l’ha fatta.
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