Gli universitari «cerebrolesi»:
professoressa, i conti non tornano

«Professoressa, chiarisca la vicenda direttamente con noi, non tramite i giornali». La bufera scatenata dal post apparso sulla bacheca di Facebook di Alessandra Szego, professore associato di Diritto penale, non accenna a placarsi.

«Professoressa, chiarisca la vicenda direttamente con noi, non tramite i giornali». La bufera scatenata dal post apparso sulla bacheca di Facebook di Alessandra Szego, professore associato di Diritto penale, non accenna a placarsi.

Le spiegazioni a mezzo stampa non hanno soddisfatto gli universitari che si sono riuniti nel «Comitato studenti cerebrolesi futuri consigliori della n’drina». Consci («nonostante il nostro poco sviluppato intelletto») che «non si è colpevoli fino al momento in cui la sentenza passa in giudicato», non lanciano accuse ma puntano l’accento su «qualche profilo di stranezza» rilevato «nel modo in cui la professoressa ha riportato l’evento».

Gli studenti elencano i punti su cui vogliono chiarezza. Sulla affermazione della professoressa di non essersi accorta del post pubblicato sabato 4, evidenziano: «Ha avuto 7 mi piace e un commento, quindi almeno due notifiche». Inoltre, nei due giorni successivi, la docente «è entrata in Facebook» condividendo post e link.

«È possibile - chiedono gli universitari - che, entrando più di una volta in Facebook una persona, che in classe aveva ammonito noi studenti sui pericoli di internet, non si sia accorta del post nonostante ci fossero almeno due notifiche?».

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