Giro, che passione. Ma non per tutti
«Io bloccato: non potevo rincasare»

Tantissimi appassionati hanno colto la palla al balzo e ne hanno approfittato per vedere i campioni all’opera. Un po’ in tutta la Bergamasca si sono assiepati ai bordi delle strade per salutare il passaggio del Giro d’Italia col solito entusiasmo. Ma non tutti sono d’accordo.

Tantissimi appassionati hanno colto la palla al balzo e ne hanno approfittato per vedere i campioni all’opera. Un po’ in tutta la Bergamasca si sono assiepati ai bordi delle strade per salutare il passaggio del Giro d’Italia col solito entusiasmo. Ma non tutti sono d’accordo.

È il caso del nostro lettore Sergio, che ci ha spedito una lettera per segnalare di essere rimasto bloccato a lungo nella zona di Osio Sotto mentre tentava di rientrare a casa. Doveva solo attraversare la statale, e poi proseguire dall’altra parte.

Invece no. Ha dovuto aspettare, aspettare e aspettare ancora. Come scrive nella sua email, «anche se non c’era nessuno che arrivava».

Mentre gli appassionati di ciclismo si aspettano legittimamente qualcosa di più - una tappa tutta bergamasca nel Giro d’Italia del 2015 - resta il dubbio se un po’ di elasticità in più in questi casi non sia possibile. Da entrambe le parti.

Ecco la lettera di Sergio

«Non vorrei sembrare lamentoso - ci scrive un nostro lettore da Osio Sotto -, ma è mai possibile che per il Giro d’Italia si debba bloccare la circolazione stradale per ore? Premetto che non seguendo il ciclismo non sapevo niente del Giro.

Ma è mai possibile impedire alla gente di andare a casa o al lavoro? Com’è possibile proibire di attraversare una strada statale per ore e vietare alla gente di rientrare nella propria abitazione?

Ma se non c’è nessuno che arriva, perché non si può attraversare la strada? Capisco se stanno arrivando i ciclisti e ti fermano per un paio di minuti, ma attraversare la strada se non arriva nessuno e bloccare tutto, che senso ha?».

Sergio T.

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