Giovani? Orgogliosi di essere italiani
Ma con l’età il sentimento cambia

Bambini e ragazzi sempre meno numerosi e sempre più a rischio povertà a causa della crisi economica e della denatalità, al punto che ormai domina il modello del figlio unico. Ma questi sparuti esemplari dell’Italia che verrà sono sempre più connessi alla Rete e più fiduciosi degli adulti rispetto alle istituzioni e alla politica.

Peccato che questa fiducia poi diminuisca con il crescere dell’età. Questa è la fotografia che ci restituisce la Relazione al Parlamento del Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Bambini e ragazzi che, nonostante tutto, hanno una visione dello Stato decisamente positiva rispetto ai più grandi e anche una fiducia maggiore verso le istituzioni, con un orgoglio di essere italiani che si manifesta perfino ascoltando l’inno di Mameli.

Minori che usano Internet fin dalla più tenera età: è connesso quasi il 70% dei ragazzi dai 6 ai 17 anni. E utilizzano la Rete per tutto: e-mail, chat, blog, forum, newsgroup, social con in testa Twitter, ma anche per partecipare alla vita sociale o politica del Paese. Il 22% nella fascia 15-17 anni esprime in Rete opinioni su temi sociali o politici e il 5,2% partecipa a consultazioni o votazioni su tali temi.

Ma la Relazione, utilizzando i dati dell’Istat, dice inoltre che questi minori perdono sempre più peso demografico. In Italia, si sa, si fanno pochi bambini, e la crisi ha peggiorato la tendenza: 1,4 figli in media per ogni donna contro 1,5 della media Ue. Nelle famiglie con figli minorenni è ormai dominante il modello del figlio unico (il 51,6%) e raddoppiano le famiglie con un solo genitore (da 535 mila nel 1999-2000 a 954 mila nel 2013-2014). E sale la percentuale di minori che hanno entrambi i genitori occupati (-13,9%).

Luci e ombre che riguardano i poco più di 10 milioni di under 18 per i quali, secondo Vincenzo Spadafora, «i governi che si sono succeduti in questi ultimi anni non hanno fatto che tagliare i fondi». «Non è più tempo di parole, di annunci, bisogna passare ai fatti», ha detto il Garante presentando la Relazione in Senato alla presenza del presidente Pietro Grasso.

È ormai tempo, per Spadafora, di pensare a «introdurre delle misure di sostegno al reddito». Ma non ha chiesto solo soldi: il Garante ritiene che sia necessaria «una figura di governo che si occupi del complesso delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza», che oggi sono affidate a «una miriade di luoghi istituzionali». Insomma, una «cabina di regìa» che stabilisca le priorità e faccia dialogare tra loro le istituzioni.

Che ci sia «ancora molto da fare» si è detto d’accordo anche il presidente Grasso: «Assicurare i diritti fondamentali dei minori, accompagnare la loro crescita, garantire loro ogni protezione da abusi e pericoli costituiscono doveri inderogabili di un Paese civile», ha sottolineato il presidente. Insieme a Spadafora, Grasso ha consegnato un premio a Marco Mengoni, artista viterbese che ha vinto il Festival di Sanremo edizione 2013 nonché la terza edizione di «X-Factor». Da un sondaggio commissionato dal Garante, Mengoni risulta il più popolare in una rosa di 75 personaggi amati dai giovani. Una popolarità che ha fatto dire al presidente del Senato, scherzosamente, che «se lo candidassero alle elezioni rischierebbe di vincere».

Nelle sue canzoni, Mengoni cerca di far passare messaggi positivi sui diritti civili, contro la violenza, invitando a non avere paura delle differenze. «Per me è normale mandare questi messaggi», ha detto l’artista ricevendo il premio.

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