Gioco d’azzardo, da Bergamo
20 milioni di euro alla mafia

Ogni giorno i cittadini italiani, a loro insaputa, pagano due tasse sul gioco d’azzardo. Una, quella imposta per legge, al Fisco. L’altra la versano direttamente alla criminalità. Nella nostra provincia di Bergamo nel 2012 si parla di quasi 20milioni di euro.

Una banconota allo Stato e una alla criminalità, una monetina all’Erario, l’altra alle organizzazioni malavitose. Ogni giorno i cittadini italiani, a loro insaputa, pagano due tasse sul gioco d’azzardo. Una, quella imposta per legge, al Fisco. L’altra la versano direttamente alla criminalità.

Non si tratta di spiccioli, ma di numeri da capogiro: nella provincia di Bergamo nel 2012 si parla di quasi 20milioni di euro. Il dato nazionale è ancora più sconcertante: si aggira sugli 8miliardi e mezzo di euro. Il che significa che la componente «in nero», cioè quella che finisce nelle mani dei malviventi, è quali del tutto simile a tutto il volume delle entrare erariali che Roma raccoglie in un intero anno.

I dati emergono dallo studio presentato dalla Consulta nazionale antiusura. Un documento di 73 pagine dal titolo «Il gioco d’azzardo e le sue conseguenze sulla società italiana – La presenza della criminalità nel marcato dell’alea» elaborato dal sociologo Maurizio Fiasco con l’aiuto delle 28 Fondazioni antiusura.

La ricerca svela un dato che finora era stato solo ipotizzato, quello cioè delle macchinette mangiasoldi nel territorio orobico: sono 8.518, cioè una ogni 128 abitanti. Con una considerazione sconcertante: l’espansione del mercato legale corrisponde in modo proporzionale a quello dell’illegale: «Da un lato la criminalità propone – dice – in concorrenza con lo Stato, i propri prodotti (totonero, bische clandestine, scommesse illegali eccetera), avvicinando nuovi potenziali partecipanti» dall’altro c’è la «scelta politica di promuovere prodotti più semplici, più diffusi capillarmente, più rapidi nel pagamento affinché la concorrenza del “gioco sicuro” sottragga clienti alle bische, agli allibratori e o al vicino che raccoglie le puntate al toto nero».

Le slot e le Vlt nella provincia bergamasca sono 8.518, pari allo 0,78% della popolazione. In Lombardia i cosiddetti punti di accesso, in cui l’azzardo è il business secondario, sono 23.656 (24,15 per 10mila abitanti), mentre le strutture dedicate come case da gioco e Bingo sono 1.011 (1,03 per 10mila abitanti).

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 12 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA