Cronaca / Valle Cavallina
Sabato 23 Agosto 2014
Gattini uccisi a Trescore
Il Comune deve intervenire
Nel mese di luglio un quarantaduenne residente in via Pasinetti era stato fermato dal Corpo Forestale dello Stato dopo che aveva ucciso alcuni gattini ed aveva inviato le fotografie agli ex padroni.Ora un’interrogazione comunale: «Bisogna intervenire».
Interrogazione del gruppo di minoranza «Viviamo Trescore» sulla questione dei gatti uccisi.
Loredana Vaghi, Danny Benedetti e Leone Cantamesse, i tre consiglieri comunali di minoranza, hanno inviato questo documento al sindaco di Trescore Balneario Donatella Colombi per chiedere misure a riguardo. Nel mese di luglio un quarantaduenne residente in via Pasinetti era stato fermato dal Corpo Forestale dello Stato dopo che aveva ucciso alcuni gattini ed aveva inviato le fotografie agli ex padroni.
Nell’interrogazione si legge che la persona fermata continuerebbe a cercare di adottare gattini nonostante gli arresti domiciliari. «Il soggetto – si legge nel documento – in attesa di processo per i suddetti capi di accusa, in data 11 agosto 2014 si è presentato impassibile presso il gattile dell’Enpa di Bergamo, con l’intenzione di ottenere l’affidamento di altri gatti. Il giorno successivo, il soggetto medesimo si è presentato presso il gattile di Brivio e presso una gattara con la medesima intenzione».
I tre consiglieri chiedono poi al sindaco di prendere due provvedimenti precisi: «I sottoscritti invitano il sindaco a costituirsi parte civile al processo, ad emanare un’ordinanza di divieto di detenzione di animali da affezione a favore del soggetto e a darne comunicazione urgente scritta ai sottoscritti».
A rispondere è il vicesindaco Michele Zambelli: «Prima di costituirci parte civile in un processo, questo deve essere avviato e per ora questo passo non è stato fatto, ma c’è solo un’accusa. L’ordinanza per vietargli di detenere dei gatti in casa ci sembra una misura che non servirebbe a nulla, visto quanto fatto dall’accusato e soprattutto visti anche i comportamenti tenuti anche dopo i domiciliari».
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