Cronaca
Martedì 11 Febbraio 2014
Garattini: «Stamina, un caso possibile
perché la scienza in Italia è umiliata»
Un caso come quello di Stamina è stato possibile «perché siamo un Paese in cui le regole non vengono rispettate», «perché in Italia la scienza è umiliata da tutti». A dirlo è Silvio Garattini, direttore dell’ istituto Mario Negri di Milano.
Un caso come quello di Stamina è stato possibile «perché siamo un Paese in cui le regole non vengono rispettate», «perché in Italia la scienza è umiliata da tutti». A dirlo è Silvio Garattini, direttore dell’ istituto Mario Negri di Milano.
«È quasi incredibile che in un ospedale pubblico - ha commentato Garattini a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Statale diMilano, in cui gli verrà conferita la laurea honoris causa in Chimica e tecnologie farmaceutiche - siano stati somministrati dei farmaci, indipendentemente da tutti i passaggi e i divieti previsti per le sperimentazioni. Questo perché la scienza è umiliata da tutti in Italia, e in prima parte dai politici che adottano provvedimenti senza senso».
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Si è svolta questa mattina nell’Aula Magna di via Festa del Perdono la cerimonia di inaugurazione
dell’anno accademico 2013-2014, il novantesimo dalla fondazione dell’ateneo milanese, inaugurato
l’8 dicembre 1924.
Foltissimo il pubblico presente, per un’occasione per più aspetti “speciale”,cheha segnato il ritorno
della tradizionale cerimonia di apertura dell’anno accademico dopo molti anni.
Scelta profondamente sentita dal Rettore Vago,la decisione di tornare alla cerimonia in Aula Magna
inaugura anche simbolicamente l’avvio diun nuovo corso per la Statale, nel segno diunrinnovatoe
più nutrito dialogo dell’Ateneo con l’esterno. La maggiore apertura dell’Ateneo alla città, il valore
sociale e pubblico, oltre che scientifico e culturale, della ricerca e della formazione, sono stati i temi
ricorrenti nel discorso delRettore, che ha indicato nella“funzione civile della trasmissione dei saperi
e delle conoscenzeciò che è, e sarà sempre,l’elemento distintivo dell’Università”.
E nell’identità di un’Università pronta a cogliere i temi e le sfide emergenti dalla società che la
circonda, attiva nel confronto sulle idee, saldamente ancorata ai princìpi e ai valori che devono
dirigere il progredire della conoscenza,ha trovatola propria naturale collocazione il momento
centrale della giornata: la laurea honoris causa conferita a Silvio Garattini.
Fondatore e direttoreda oltre 50 anni dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘MarioNegri’,
Garattini ha ricevuto dalle mani del Rettore Vago la laurea magistrale ad honorem in Chimica e
Tecnologia farmaceutiche“Per aver contribuito allo sviluppo delle conoscenze farmacologiche e
delle loro applicazioni alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, fondando e dirigendo
l’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, uno dei più prestigiosi Enti di Ricerca
mondiali, e per aver rappresentato con rigore e passione, nel corso della sua lunga attività
professionale, le ragioni e la funzione civile e sociale della scienza”.
“Considero questa laurea ad honorem – ha commentato Garattini - non ‘un premio alla carriera’, ma
uno stimolo a impegnarmi ancora di più nella difesa delle regole che si è data l’intera comunità
scientifica, e non solo quella impegnata nella ricerca biomedica. Assistiamo, purtroppo e soprattutto
nel nostro Paese, a diversi tentativi di mettere in discussione il metodo su cui si fonda
l’avanzamento delle conoscenze scientifiche a livello mondiale. Questo non possiamo e dobbiamo
permetterlo. In gioco c’è il futuro del Paese, a partire da quello delle giovani generazioni che in
questo Ateneo si stanno formando e che con il resto del mondo devono poter continuare a
confrontarsi”.
Nei discorsi del Rettore Vago e del Direttore generale Bruno Quarta, molti i cenni alle novità che si
annunciano per l’immediato futuro dell’Ateneo: dai maggiori investimenti per il recupero di nuovi
spazi per gli studenti e per lo sviluppo della loro fruibilità (va in questa direzione l’apertura delle
biblioteche 7 giorni su 7 anche nelle ore serali), alla revisione dell’offerta formativa nell’ottica
della razionalizzazione, del miglioramento qualitativo e dell’incremento delle proposte
internazionali (saranno complessivamente 7 le magistrali erogateinteramente in lingua inglese),al
nuovoprogramma di borse per gli studenti, italiani e stranieri, che frequenteranno icorsi che
prevedono il rilascio di doppio titolo.Maggiori investimenti sono stati finalizzati anche al diritto allo
studio, con la riformulazione del sistema di tassazione per favorire le fasce deboli, già avviato e che
ha comportato un investimento complessivo di vari milioni di euro, e lo stanziamento di 100 nuove
borse di studio, per un totale di 420 borse per 2 milioni e mezzo di impegno finanziario solo per
quest’anno. Per l’ambito della ricerca scientifica è stato avviato un piano per sviluppare
ulteriormente il potenziale dell’ateneo soprattutto nella competizione internazionale, anche
rafforzando i servizi di supporto per la partecipazione ai bandi europei.
Relativamente giovane rispetto ad altre realtà universitarie italiane, sebbene nata sulla scia di alcune
tra le più antiche e prestigiose istituzioni scientifiche e culturali del Paese, la Statale di Milano è
divenuta in novant’anni uno dei più grandi atenei italiani e tra i primi in Europa per l’alto livello
della ricerca scientifica che vi si svolge. La sua imponente crescita a partire dagli anni Sessanta, con
le numerose nuove iniziative di formazione e ricerca gemmate dallo sviluppo delle proprie sedi
(basti pensare alle Università di Bicocca, dell’Insubria, ma anche, in precedenza, al primo nucleo
del San Raffaele) ha contribuito a fare della Lombardia un polo di eccellenza in Italia e in Europa
per lo sviluppo della cultura, della tecnologia e dell’innovazione.
Oggi la Statale conta circa 60mila iscritti, 2100 tra docenti e ricercatori, 31 dipartimenti, oltre 100
corsi di studio tra primo e secondo livello, 31 corsi di dottorato e 67 scuole di specializzazione.
E’ l’unica Università italiana inclusa nella LERU, la Lega delle Università di Ricerca Europee
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