Fu il parrucchiere dei calciatori
Bergamo dà l’addio a Gino Patelli

È scomparso lunedì, all’età di 88 anni Gino Patelli, storico parrucchiere dei vip e in particolare dei calciatori dell’Atalanta, testimone di una Bergamo che non c’è più. I funerali saranno celebrati questa mattina alle 10,30 nella chiesa del cimitero di Bergamo.

Il cavalier Luigi Patelli, «Gino» per tutti, 88 anni, storico parrucchiere, ha dato il suo ultimo colpo di spazzola, volando via e lasciando nel dolore la moglie Bruna e la sorella Ida.

Aveva iniziato a lavorare prestissimo, sulle orme del padre, nella rinomata bottega di barbiere in Borgo Palazzo: a dieci anni, nei ritagli della scuola, dava una mano sotto l’occhio severo di chi gli avrebbe insegnato un mestiere. Nel 1958 apre un negozio tutto suo in via Verdi, di fronte al bar Anselmo, e lì si afferma in maniera definitiva: i clienti più affezionati sono professionisti, uomini politici e giocatori dell’Atalanta, sua grande passione insieme alla pallavolo femminile.

La vicinanza del teatro Duse porta sulle sue poltrone anche barbe e capelli d’artista: «Tra gli altri – rivelò – mi ricordo Carlo Dapporto, un vero gentiluomo, così come Adriano Celentano, che ha purtroppo una barba difficilissima da radere». Ma l’incontro che non dimenticherà mai fu quello con Luciano Liggio, boss corleonese all’epoca al confino in Bergamasca: «Notai, nel servirlo, che aveva un busto che gli irrigidiva il corpo. Non avendolo riconosciuto, gli chiesi se si fosse fatto male. Stava benissimo, ma indossava un giubbotto antiproiettile».

Non è nemmeno mancato, a Gino Patelli, l’impegno sindacale e lo troviamo così presidente dei parrucchieri nell’Associazione artigiani per un trentennio: i suoi vanti, oltre alla clientela affezionata, sono i numerosi giovani avviati alla professione e il servizio di taglio ai capelli che organizzava gratuitamente nella sezione femminile del carcere.

Nella sua attività ci sono anche due esperienze a Zingonia e in Città Alta mentre, nel 1993, si sposta un centinaio di metri più in su, sempre in via Verdi, nel negozio che gestirà fino all’inizio del 2003, anno in cui decide di mettersi a riposo, ripiegando i rasoi e chiudendo il cassetto con pettini e frizioni.

Con Patelli se ne va un pezzo di una Bergamo romantica, quando quell’incrocio di via Verdi, con le insegne dell’Anselmo e di Cominelli, era un continuo viavai nel nome dell’Atalanta.

Lo si ricorderà, il Gino, come parrucchiere bravo e garbato, sempre pronto alla soffiata su nuovi ristoranti da provare e ad accalorarsi su calcio e ciclismo. Ma, soprattutto, discreto e premuroso in uno stile d’altri tempi.

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