Cronaca
Martedì 17 Febbraio 2004
Frutta e verdura, i prezzi scendono ma i consumi languono ancora
Calano i prezzi di zucchine, finocchi, banane, arance. «Eppure il cliente non si fida»
Mentre il ministro Tremonti affonda, e dice che è l’euro «malfatto» del «candidato» Prodi la causa del carovita, a Bergamo, al mercato ortofrutticolo della Celadina, a sorpresa calano i prezzi di zucchine, finocchi, banane, arance e limoni. Ma i consumi non ripartono. «Siamo sotto del 30 per cento rispetto allo scorso anno», sostengono alcuni operatori all’ingrosso. Le associazioni dei consumatori ricordano: «C’è bisogno di riacquistare fiducia prima di tornare a comprare».
PREZZI IN CALO
CONSUMI ANCORA FERMI
Bruno Pelliccioli, grossista: «I prezzi sono calati ma nessuno sembra essersene accorto: la gente non lo sa, i consumi non ripartono e il nostro settore sta soffrendo». Spiega Mattia Rossi, presidente di Bergamo Mercati: «C’è sofferenza nel settore, dovuta soprattutto a disinformazione. Siamo nell’occhio del ciclone perché la frutta e la verdura sono beni con cui ognuno ha a che fare, ma il carovita è generalizzato. Quello dell’ortofrutta è un mercato vivo, in cui un mese di siccità o un mese di pioggia possono fare la differenza sul prezzo: invece ci hanno dato degli speculatori. È un luogo comune da sfatare una volta per tutte».
FRUTTIVENDOLI IN CRISI «L’offerta in questo periodo è enorme e variegata, ma i consumi non sono ripartiti» è l’allarme lanciato da Livio Bresciani, presidente dei dettaglianti ortofrutticoli dell’Ascom. «Il settore sta soffrendo, anche se si sta impegnando molto diminuendo i propri margini di ricarico per adeguarsi alla situazione. I prezzi di tanti prodotti sono diminuiti, ma il consumatore ha bisogno di dati certi, scientifici, per decidere cosa comprare. Spesso a mancare è proprio una corretta informazione sul nostro settore».
CONSUMATORI SFIDUCIATI Per far ripartire i consumi occorre che i prezzi accessibili di frutta e verdura restino costanti. Altrimenti i consumatori, «bastonati» negli ultimi due anni, non potranno riacquistare fiducia. È il parere dei consumatori: «È vero che c’è un rallentamento del carovita - sostiene Lino Baronchelli, presidente Adiconsum - ma i consumatori stanno ancora pagando i rincari del 2002-2003 e hanno i portafogli prosciugati. Non si può certo pretendere che la gente, dopo essersi "scottata", torni subito a comprare. Prima deve riacquistare fiducia. E in questo senso va detto che i prezzi di molti ortaggi sono ancora alti. A gennaio, per esempio, i pomodori da insalata sono cresciti del 4,65 per cento, e rispetto a gennaio 2003 addirittura del 21 per cento».
Aggiunge Umberto Dolci, di Federconsumatori: «Non è vero che si è tornati ad una situazione normale. Prendiamo la scarola dei Colli di prima qualità: all’ingrosso si paga 2-2,50 euro. Dal fruttivendolo anche 5 euro al chilo. Lo stesso per il radicchio. I ricarichi dei dettaglianti, insomma, sono davvero eccessivi. Con questo non voglio dire che si compri meglio nella grande distribuzione. Anzi, spesso l’affare si fa dal fruttivendolo sotto casa. Comunque, prima che ripartano i consumi occorrerà aspettare: la gente deve riacquistare fiducia, e lo farà se i prezzi si manterranno accessibili per un discreto periodo di tempo».
(17/2/2004)
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