Un’indagine dei finanzieri della Compagnia di Bergamo, ha permesso di scoprire più di 330 operai irregolarmente assunti da una società, con sede a Dalmine, che ha anche omesso di dichiarare al Fisco un imponibile complessivo di diverse decine di milioni di euro. L’amministratore non ha infatti presentato le dichiarazioni dei redditi nonostante l’impresa operasse con personale proprio con mansioni esecutive di lavori edili su tutto il territorio della Lombardia. Al momento della verifica fiscale, i finanzieri hanno sequestrato 108mila euro che un consulente della società aveva cercato di nascondere in un cestino dei rifiuti. Dovevano servire a pagare «in nero» gli operai.L’analisi della documentazione contabile e l’esecuzione di controlli incrociati hanno consentito la ricostruzione del reale volume d’affari sottratto a tassazione negli anni 2003 e 2004, quantificato in oltre 28 milioni di euro in materia di imposte sui redditi e 4,5 milioni ai fini dell’IVA. Per l’anno 2005, dopo essere stati scoperti, i responsabili della società hanno cercato di sanare la propria posizione presentando nei termini prescritti la dichiarazione annuale ma non versando però le relative imposte, anche in questo caso per importi milionari.Grazie all’esame dei file contenuti nella memoria di un computer è stato inoltre scoperto che, nel solo anno 2005, tutte le ore di straordinario prestate da centinaia di dipendenti erano state pagate «in nero», per una somma complessiva di quasi 6 milioni di euro. Le conseguenti ritenute d’acconto non versate sono state calcolate in oltre 1,8 milioni di euro. Il servizio si è concluso con la denuncia alla Procura della Repubblica di Bergamo di 4 persone che, a vario titolo, sono risultate coinvolte nei reati di omessa dichiarazione ed omesso versamento di IVA.(11/09/2007)
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