Cronaca / Bergamo Città
Sabato 06 Settembre 2014
Expo, la diocesi e la sfida del futuro
«Lavoriamo su nuovi stili di vita
Gli Uffici diocesani dell’ambito della pastorale, insieme a Sesaab (la società editrice de L’Eco di Bergamo), si sono ritrovati attorno ad un tavolo per una progettazione condivisa sullo stimolo delle riflessioni proposte dall’Esposizione universale di Milano.
Dovrebbe ormai essere chiaro che il grande evento dell’Expo che sbarcherà a Milano la prossima primavera non può essere rinchiuso nella definizione di una semplice vetrina. Tanto meno si limita ad essere il trampolino di lancio di un’economia affaticata.
Expo è una grande sfida a carattere universale che mette in luce una tematica che coinvolge l’umanità intera.
«Nutrire il pianeta. Energia per la vita» è il titolo sotto cui si muove l’Esposizione universale che, attorno al tema dell’alimentazione, pone al centro soprattutto l’uomo, i suoi diritti, la sua dignità.
L’Expo non è un evento solo per addetti ai lavori, ma è l’occasione per l’umanità intera per interrogarsi sulla situazione attuale e per individuare le strade possibili verso un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta. È una questione che interpella tutti, anche la comunità cristiana.
«Parlare di nutrimento per il pianeta ci pone una sfida anzitutto sul piano educativo – dice don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo –. L’Expo può essere colto come un’occasione culturale per risvegliare la nostra coscienza, per poter accelerare alcuni interventi concreti, per mettere in discussione il nostro stile di vita. La ricchezza delle tradizioni agro-alimentari, la lotta allo spreco, la condivisione della tavola come simbolo di ospitalità, la ricerca di nuovi modelli di crescita fondati sul rispetto della natura sono solo alcuni dei temi su cui l’Expo ci interpella e che troviamo fortemente legati anche alle tematiche che da sempre abitano la nostra religione e informano l’etica cristiana».
Gli Uffici diocesani dell’ambito della pastorale, insieme a Sesaab (la società editrice de L’Eco di Bergamo), si sono ritrovati attorno ad un tavolo per una progettazione condivisa sullo stimolo delle riflessioni proposte dall’Esposizione universale di Milano. «È un’occasione unica per condividere alcuni principi fondamentali – continua don Re –. Lo scopo di questo nostro lavoro è quello di mettere a disposizione del territorio, delle parrocchie e delle realtà scolastiche e associative alcune proposte, tra di noi condivise, perché vadano ad orientare i cammini già esistenti verso un indirizzo più specifico, per poter sfruttare al meglio questa grande provocazione».
Il lavoro degli Uffici per la pastorale nei diversi settori ha portato alla stesura di una serie di progetti e di proposte fruibili secondo le esigenze delle diverse realtà territoriali. «Vorremmo sollecitare la comunità – spiega don Re – ad una seria riflessione sulle tematiche in gioco, perché si possa immaginare un cambiamento possibile negli stili di vita, introducendo una nuova cultura di solidarietà, giustizia, sostenibilità e cura dell’ambiente. Parlare di nutrimento del pianeta non significa solo pensare a terre lontane, ma lancia una sfida che parte dal nostro quotidiano, dalla nostra città, dai nostri paesi».
Attraverso le proposte formulate dagli Uffici diocesani le comunità potranno promuovere al loro interno iniziative e gesti concreti. «La ricchezza dei progetti sviluppati nasce anzitutto dalla pluralità di sguardi attorno ad uno stesso tema. Ha potuto così emergere le dimensione missionaria, sociale, educativa e caritativa e quella legata al dialogo interreligioso. Proposte per tutti insomma, di carattere diverso tra loro».
Dalla diocesi quindi, attraverso la voce di sei diversi Uffici, una serie di proposte attuabili che possono favorire un’esperienza personale diretta. «Se Expo vuole essere un’opportunità – conclude don Re –, non possiamo lasciare che passi accanto alla nostra indifferenza. Vorremmo che la comunità si sentisse coinvolta pienamente. Non si tratta semplicemente di invitare i gruppi ad una visita a Milano, ma di coinvolgere le persone, grandi e piccoli, in un’esperienza forte, memorabile e approfondita. Se questa grande opportunità di Expo sarà vissuta con consapevolezza e impegno, potrà lasciare un segno importante nelle nostre comunità».
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