Estorsione e circonvenzione di incapace
32 anni a 4 imputati: derubavano anziani

Nove anni e mezzo alla principale imputata, 7 anni e 6 mesi di reclusione ai 3 coimputati, più di quanto chiesto nella requisitoria del pm: questa la condanna inflitta lunedì 14 settembre rispettivamente a Ivana Titta, 51 anni, sua figlia Katia Losciale, di 26, e i loro rispettivi compagni all’epoca dei fatti, Giovanni Ponzo, 38 anni, e Mauro Veiss, di 29.

I 4 erano chiamati a rispondere di estorsione e circonvenzione di incapace nei confronti di due pensionati, entrambi parte offesa nel processo ma non costituiti parte civile: il pm aveva chiesto la condanna a 7 anni per Titta e 6 anni ciascuno per gli altri.

I 4 erano stati arrestati a settembre 2013 nel corso di un’indagine, dopo che alla polizia locale di Bergamo erano arrivate segnalazioni sulla situazione di Giampietro Rota, un 67enne all’epoca residente a Boccaleone. Secondo quanto poi contestato, Titta avrebbe prima ottenuto l’attenzione del pensionato, sfruttando una sua situazione di debolezza e depressione, quindi sarebbe arrivata al punto prima di sottrargli la pensione (circa 900 euro al mese) e poi spingerlo ad andare a chiedere l’elemosina all’esterno dei supermercati. La donna era spesso anche a casa del pensionato, insieme alla figlia e ai loro compagni. Insieme a loro lo avrebbe più volte minacciato e anche picchiato.

Una vicenda simile era avvenuta anche in un periodo antecedente: anche in quel caso la vittima prescelta era stata un pensionato, di carattere fragile e influenzabile. Dopo averlo avvicinato al mercato della Malpensata, Titta si sarebbe fatta dare circa 8.000 euro in poche settimane, presunti prestiti ottenuti un po’ con le lusinghe e un po’ con le minacce, che però non erano stati restituiti se non in minima parte.

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