Emergenza infortuni sul lavoro: +15%
«Inversione dopo 10 anni di calo»

Gli infortuni sul lavoro restano un’emergenza. Lo afferma il presidente nazionale dell’Anmil Franco Bettoni alla 65a giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro. Nei primi 8 mesi 2015 le denunce di infortuni mortali arrivate all’Inail siano state 752 contro le 652 dello stesso periodo 2014 (+15%).

«Una tendenza che se proseguirà, dopo un decennio ininterrotto di contrazione delle morti sul lavoro, vedrà l’anno in corso segnare una preoccupante inversione nell’andamento del fenomeno come non si verificava dal 2006».

L’Anmil in occasione della giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro ribadisce la richiesta di riforma dell’Isee che ha ricondotto la rendita Inail tra i redditi determinanti la situazione economica dell’individuo, a cui condizionare il diritto a prestazioni sociali. «Le prestazioni indennitarie Inail - sottolinea l’Anmil - non possono e non devono essere computate nei redditi in quanto si tratta di prestazioni a carattere puramente risarcitorio». L’Anmil chiede poi la riforma del sistema di indennizzo del danno biologico, in primo luogo attraverso l’abbassamento del grado di menomazione indennizzabile in rendita, dall’attuale 16% all’11%, «per garantire a soggetti con gradi di invalidità comunque apprezzabili un sostegno economico per tutta la vita».

L’associazione chiede inoltre la revisione della tabella delle menomazioni e un meccanismo di rivalutazione dei trattamenti per danno biologico. «La mancanza di un meccanismo di rivalutazione - dice Bettoni - è un’altra criticità per noi ormai storica. È dal 2000 che l’Anmil si batte per l’adozione di un tale provvedimento, considerato anche che stiamo parlando delle uniche prestazioni sociali a non essere adeguate automaticamente ogni anno, con una perdita reale di valore che grava purtroppo sugli invalidi del lavoro».

Infine l’Anmil sottolinea la necessità di impegnarsi per un migliore reinserimento degli invalidi nel mercato del lavoro poiché i meccanismi ordinari hanno mostrato in questi anni i loro limiti. «Ci auguriamo - sottolinea Bettoni - che il rafforzamento della rete dei servizi per il collocamento riesca a dare un nuovo impulso alle assunzioni, ad oggi ancora troppo poche. Secondo l’ultima relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 68 del 2013 risulta che per ogni quattro nuovi disabili iscritti alla lista del collocamento obbligatorio, e che sono andati ad aggiungersi ai tanti iscritti da tempo, solamente uno ha trovato effettivamente un lavoro. Ma se il termine di paragone sono gli iscritti, il calcolo è ancor più impietoso: un avviamento al lavoro ogni 36 iscritti al collocamento».

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