È la pistola che ha sparato - Video
Contestati futili motivi e discriminazione

La balistica ha confermato: è la pistola 357 di Roberto Costelli l’arma che ha ucciso il rom Roberto Pantic. Il pubblico ministero ha contestato all’uomo l’aggravante dei futili motivi e della discriminazione razziale.

L’ex parà Roberto Costelli, 39 anni di Calcio, è indagato per l’omicidio volontario. Gli ultimi dettagli sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale dei Carabinieri di Bergamo venerdì mattina.

Erano presenti sia il procuratore della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori, che il sostituto procuratore, Carmen Pugliese, oltre al comandante provinciale Carabinieri di Bergamo, colonnello Antonio Bandiera.

Tra l’altro è stato diffuso un video nel quale sono riassunte le fasi salienti dell’indagine che ha portato all’arresto di Costelli, che ha confessato di aver «sparato contro i due camper di rom per spaventarli e farli andare via. Sono un ecologista - ha detto - ed ero stanco di vederli gettare rifiuti dappertutto. Ma non volevo uccidere nessuno».

Il rom Roberto Pantic è stato ucciso il 22 febbraio mentre dormiva nel suo camper con un colpo di pistola alla testa. Costelli aveva già confessato davanti al pm e giovediì ha ribadito il suo racconto al giudice.

L’ex carpentiere era stato arrestato lunedì per droga e, messo alle strette, aveva confessato di avere sparato ai due camper dei nomadi. Facendo ritrovare la pistola che aveva nascosto dopo aver saputo, leggendolo sui giornali, che uno di quei proiettili aveva raggiunto e ucciso Pantic.

«Volevo andare dai rom per spaventarli, sono un ecologista ed ero stanco di vederli gettare rifiuti nell’Oglio e sul terreno dove si accampavano. Avevano buttato delle bici nel fiume e due miei amici avevano avuto uno screzio con loro perché avevano rubato alcune sedie in legno per bruciarle e scaldarsi. Ma non sono razzista, non ce l’ho con gli zingari».

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