Cronaca / Isola e Valle San Martino
Domenica 03 Agosto 2014
Due anni per un montascale
Odissea per una 66enne invalida
Continua l’odissea di Maria Teresa Botti, 66 anni di Bonate Sotto, invalida grave al 100%, che da due anni attende il montascale per poter raggiungere il suo appartamento al terzo piano del condominio Aler di via Roma 22, scala A.
Continua l’odissea di Maria Teresa Botti, 66 anni di Bonate Sotto, invalida grave al 100%, che da due anni attende il montascale per poter raggiungere il suo appartamento al terzo piano del condominio Aler di via Roma 22, scala A.
Dopo il fermo dei lavori il 13 luglio da parte di un condomino, nonostante l’assemblea straordinaria dei dodici condomini avesse deliberato l’8 maggio che la signora Botti poteva procedere all’installazione a proprie spese del montascale, nella giornata di martedì 29 luglio c’è stato un altro blocco dei lavori di installazione del montascale a causa di una protesta dei condomini che non volevano che i supporti del servoscala fossero ancorati nei gradini.
«È una vicenda assurda e sono molto amareggiata – sbotta l’invalida –. Da due anni ci stiamo muovendo per avere questo montascale e oggi che dovevano completare, ci troviamo ancora ad affrontare altri problemi. Pensavamo di aver chiuso questa vicenda, segnata da un percorso non facile perché abbiamo dovuto fare fronte a mille difficoltà, tra cui quella del 13 luglio quando, nonostante i permessi e l’assemblea del condominio avesse votato favorevolmente all’installazione del servoscala, un condomino ha bloccato i lavori. Ci siamo rivolti all’Anmic (Associazione nazinale mutilati e invalidi civili) che ci ha assistiti con un consulente, sbloccando la situazione e permettendo che nella giornata di martedì 29 luglio si potessero concludere i lavori del montascale. Invece, ci troviamo a dover fare altre modifiche al progetto, con un’ulteriore spesa non indifferente, per evitare che i supporti della struttura siano fissati sui gradini ma con piastre fissate sullo zoccolo in cemento della scala».
Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 3 agosto
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