Rendere ancora più efficace il «Protocollo d’azione» che si attiva in caso di diffusione sul territorio di droghe tagliate con sostanze nocive. È questo l’obiettivo discusso in Prefettura dal direttore sanitario dell’Asl Claudio Sileo, dalla direttrice del Dipartimento dipendenze dell’Asl Laura Tidone, dal direttore del 118 di Bergamo Oliviero Valoti, dalla responsabile del Centro antiveleni dei Riuniti Maria Luisa Farina e da Fabio Pezzoli, della direzione sanitaria dell’ospedale cittadino. Incontrando il prefetto Cono Federico, i responsabili di quelle che sono le prime strutture ad attivarsi in caso di emergenze legate alla droga, hanno chiesto il coinvolgimento nel protocollo delle Forze dell’ordine. «In casi critici – ha spiegato la dottoressa Tidone –, quando viene segnalata la presenza di droga tagliata con sostanze pericolose, scatta il contatto tra le varie strutture. Viene valutato il grado d’allerta, si avvia un coordinamento a livello sanitario e poi parte l’informazione sul territorio». Questo, per esempio, è accaduto nel 2004 quando in Bergamasca circolò cocaina tagliata con atropina. Oltre all’allarme a livello regionale, vennero avvisati gli operatori di strada, a stretto contatto con i consumatori di stupefacenti, ma vennero anche coinvolti nel tam-tam dj e locali. «Ora chiediamo che le forze dell’ordine entrino in pianta stabile a far parte del protocollo – ha proseguito Laura Tidone –. Il loro intervento capillare sarebbe preziosissimo per velocizzare e razionalizzare la diffusione di informazioni tra i soggetti a rischio». Il prefetto, che ora valuterà attentamente la proposta, ha detto comunque di «giudicare in modo estremamente positivo il piano d’azione».(23/02/2006)
© RIPRODUZIONE RISERVATA