Dopo Vaprio, si ripensa a Monella
La richiesta di grazia ad Orlando
Monella è dietro le sbarre da 13 mesi e da circa un anno e mezzo, sta sperando, insieme ai suoi famigliari, che prima Giorgio Napolitano e poi Sergio Mattarella gli conceda la grazia.
«Il fascicolo Monella non è ancora arrivato alla presidenza della Repubblica. È ancora fermo al ministero di Grazia e giustizia. Ho chiesto e mi hanno risposto che ci stanno ancora lavorando sopra. A cosa non lo so, è ormai più di un anno e mezzo che la grazia è stata chiesta». È con queste parole che il senatore della Lega Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, sabato 24 ottobre dal palco della festa del Carroccio di Sotto il Monte, è tornato sul caso di Antonio Monella, l’imprenditore edile di Arzago in carcere a Bergamo per aver ucciso, nel 2006, un ladro che gli stava rubando il suv dal cortile di casa.
Prima però dell’intervento di Mattarella serve il parere formale del ministro di Grazia e giustizia Andrea Orlando, del Pd. Solo allora il fascicolo potrà passare nelle mani del capo dello Stato. Nei giorni scorsi sembrava che il passaggio ci fosse stato. Invece, secondo quanto riferito da Calderoli, non è così. Il vicepresidente del Senato questa estate si era scagliato più volte contro Orlando perché esprimesse questo parere: «Invece – ha detto ieri – continua a non farlo, dimostrando che non è un ministro di grazia e soprattutto di giustizia. Impedendo al presidente della Repubblica di decidere se graziare o meno Monella, sta di fatto esercitando il potere di grazia che non è una prerogativa della sua carica bensì solo del capo dello Stato».
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