Cronaca / Bergamo Città
Martedì 23 Giugno 2015
Dopo la Tasi, ecco che c’è la Tari
Bollettini spediti, scadenza il 16 luglio
Dopo la Tasi, la Tari. Un’altra tassa, o meglio un’altra tariffa, da pagare. Quella sui rifiuti. Che, accanto alle buone notizie sul piano della sua quantificazione (uno sconto del cinque per cento mediamente rispetto allo scorso anno deciso in sede di bilancio preventivo), non dovrebbe regalare brutte sorprese nemmeno su quello organizzativo.
Secondo un copione collaudato i 60 mila bollettini (i modelli F24) stanno arrivando a domicilio spediti direttamente da Aprica gestore del servizio per conto del Comune. La scadenza – sia per chi ha scelto il pagamento unico sia per quanti verseranno la prima delle quattro rate – è il 16 luglio. Un’operazione che alle casse di Palafrizzoni dovrebbe fruttare 16 milioni di euro. Per capire se le previsioni verranno rispettate – ma la percentuale dei morosi a Bergamo è sempre contenuta – bisognerà attendere i prossimi mesi. Nel frattempo sul fronte Imu e Tasi si tirano già le prime somme.
Dopo il caos del giugno 2014, quando in piena campagna elettorale, le code in via Sora erano state al centro di una accesa polemica tra il futuro sindaco Giorgio Gori e il suo predecessore Franco Tentorio, la nuova Giunta era attesa al varco. E se alla fine il bilancio non è stato del tutto positivo (26 mila bollettini spediti a domicilio su un totale di 44 mila, più qualche intoppo anche agli sportelli), l’assessore e vicesindaco Sergio Gandi ha tenuto a presentare i numeri registrati dal servizio tributi nei giorni scorsi proprio per marcare la discontinuità: «Il dato più significativo – ha sottolineato – è l’impennata del servizio on line: dall’8 maggio al 16 giugno si parla di oltre 15 mila accessi in più rispetto al 2014 e di un divario che supera le 31 mila unità rispetto a quanti, nello stesso periodo, si sono rivolti agli sportelli (8.812 contribuenti). È questa la strada che bisognerà battere anche in futuro, senza trascurare naturalmente quanti intendono usufruire del servizio tradizionale».
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