Dna solo dei Bossetti su auto e Daily
Scarcerazione, si decide il 25 febbraio

Nei veicoli di Massimo Bossetti sono state trovate tracce biologiche: ma appartengono a lui stesso e ai suoi familiari, in particolare ai suoi figli. Nessuna, invece, è riconducibile a Yara.

Sono dettagli che emergono dalle 54 pagine di relazione dei Ris di Parma, fresche di deposito in Procura. Le «tute bianche» del Reparto investigazioni scientifiche hanno analizzato il furgone Iveco Daily cassonato del muratore di Mapello e la sua automobile Volvo V40. I veicoli sono stati rivoltati come guanti (persino smontati, alla ricerca di qualunque tipo di traccia biologica, anche latente o lavata). Sono state utilizzate le lampade «Crimescope» a frequenza variabile, in grado di rilevare tracce biologiche non visibili a occhio nudo, e il «luminol», un reagente chimico che rileva la presenza di sangue.

Di tracce ne sono state trovate diverse, ma nessuna è stata ricondotta a Yara. Gli inquirenti sono infatti convinti che la tredicenne di Brembate Sopra sia salita sul furgone dell’artigiano, il 26 novembre 2010, quando fu rapita, uccisa e abbandonata nel campo di Chignolo d’Isola, ma gli stessi inquirenti erano scettici fin dall’inizio: troppo tempo è passato, per sperare di trovare (ammesso che vi sia mai stato) qualche indizio ancora utile alle indagini.

Bisognerà attendere la chiusura delle indagini per sapere quali altri indizi (a parte il dna del muratore sugli indumenti della vittima, che rimane pesantissimo) la Procura ha raccolto per sostenere l’accusa di omicidio. Nel frattempo la Corte di Cassazione ha fissato la data in cui verrà discussa la richiesta di scarcerazione dopo il doppio rigetto incassato da parte del gip e del Riesame: l’appuntamento a Roma di fronte alla Suprema Corte sarà il 25 febbraio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA