Cronaca / Bergamo Città
Domenica 18 Gennaio 2015
Vanessa parla da Verdello - il video
«Non dimentichiamo il massacro in Siria»
«Ovvio che abbiamo chiesto scusa, ci dispiace per il dolore che abbiamo causato. Ma non siamo responsabili del nostro rapimento» lo ha detto Vanessa Marzullo, uscendo per qualche istante dalla casa di Verdello dove è rientrata nella giornata di sabato 17 gennaio, dopo il rapimento che l’ha vista protagonista con l’amica Greta Ramelli.
«In Siria? Al momento - ha replicato ad una domanda - non intendiamo tornarci, continueremo ad aiutare da qua. Non dimentichiamo cje là c’è un massacro in corso». E poi un commento sull’amica:«È difficile ora stare lontana da Greta. Ieri sera (sabato sera, ndr) ci siamo date la buonanotte, oggi (domenica, ndr) devo ancora sentirla» ha detto ancora, e ha aggiunto: «Greta è stato il grande conforto, siamo state insieme per questi lunghi sei mesi, mano nella mano».
E continua la polemica sul rilascio delle due giovani: «Ci tengo a dire che entrambi non siamo integralisti islamici e affermare certe cose da frammenti di intercettazioni, mi sembra scorretto» ha commentato Nabil Al Muredden, il chirurgo siriano in pensione citato nell’informativa del Ros che si è occupata dei contatti di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo.
Intervistato sulle pagine locali del Resto del Carlino Al Muredden, che vive nel Comune di Budrio ed è presidente nazionale dell’associazione della Comunità araba siriana in Italia, spiega che «proprio per il mio ruolo sono stato citato in una conversazione tra il presidente regionale degli arabi siriani in Italia, Yasser Tayeb, e le due cooperanti». Perché le due ragazze hanno contattato Tayeb? «Avevano della roba da donare a scopo umanitario in Siria e lo hanno chiamato per avere dei contatti», spiega Al Muredden.
Ma il medico assicura di non aver parlato con le giovani: «Non le ho mai sentite e ho saputo soltanto in seguito della loro conversazione con Tayeb». E perché viene fatto il suo nome? «Sono il presidente nazionale dei siriani in Italia e quindi Tayeb parlando con le cooperanti ha fatto riferimento a me». I doni sono poi arrivati in Siria? «Non lo so perché le ragazze avrebbero dovuto contattare la nostra associazione, ma non si sono fatte più sentire».
Anche la presidente della Camera Laura Boldrini commenta le polemiche sulle due italiane rapite in Siria:«Ritengo che ci siano alcune polemiche veramente inaccettabili, insopportabili e non degne di considerazione. La solidarietà è un valore fondante anche nella nostra Costituzione».
Intanto Vanessa resta a casa, nell’abbraccio forte della sua famiglia: «È bellissimo stare in famiglia, ho pensato sempre ai miei genitori e ai miei cari. In questi sei mesi sono stata trattata bene, non abbiamo subito violenze, ma non ho idea di chi ci sia dietro il nostro rapimento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA