Disastro Pioltello, 68 sono parte civile
Si torna in aula il 16 dicembre

Oltre ai 35 viaggiatori rimasti feriti e i cui nomi compaiono nell’elenco della Procura, altre 31 persone che erano a bordo del treno deragliato, ma che finora mai si sono rivolte alla magistratura, hanno chiesto di essere parte civile, accanto al sindacato Orsa e all’associazione Codici.

Con la richiesta di essere parte civile da parte di 66 passeggeri che la mattina del 25 gennaio 2018 erano sul treno regionale deragliato a Pioltello, del sindacato dei ferrovieri Orsa e dell’associazione dei consumatori Codici, a cui si aggiunge l’istanza di patteggiamento da parte di uno dei 10 imputati, si è aperta lunedì 16 novembre in una delle mega aule in Fiera a Milano l’udienza preliminare per l’incidente ferroviario di Pioltello.

Il disastro coinvolse il 25 gennaio 2018 il treno pendolari Cremona-Treviglio-Milano nel quale persero la vita tre passeggere, due delle quali bergamasche - la 61enne medico di Caravaggio Maddalena Milanesi e l’impiegata di Misano Gera d’Adda Pierangela Tadini, 51 anni -, e più di 100 persone rimasero ferite.

Il procedimento, davanti al gup Anna Magelli, è a carico di due manager, tra cui l’ad Maurizio Gentile, di sette tra dipendenti e tecnici di Rfi (Rete ferroviaria italiana), e della stessa società, accusati di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Il giudice, dopo aver raccolto le richieste, ha rinviato l’udienza al prossimo 16 dicembre, giorno in cui dopo la discussione di accusa e difese, deciderà sulla costituzione di parte civile.

Dopo di che la parola passa ai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti per il loro intervento nel quale si ribadisce la richiesta di processo per tutti gli indagati, escluso Ernesto Salvatore, all’epoca responsabile del Nucleo Manutentivo Lavori di Treviglio di Rete Ferrovaria Italiana Spa, al quale la Procura ha dato parere positivo al patteggiamento proposto dalla difesa a tre anni e mezzo di carcere.

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