«Cancellieri intervenga per Bottigliero»
Remuzzi: «Serve struttura protetta»

«Brian Gaetano Bottigliero è sottoposto tre volte a settimana alla dialisi. Da Luglio 2011 ha perso 18 chili. Il suo stato di salute non è compatibile col regime carcerario. Il ministro di Giustizia Cancellieri intervenga». Lo chiede Luigi Manconi. Remuzzi sulla stessa lunghezza d’onda.

«Brian Gaetano Bottigliero è sottoposto tre volte a settimana alla dialisi. Da Luglio 2011 ha perso 18 chili. Il suo stato di salute non è compatibile col regime carcerario. Ecco perché entro domani presenterò una seconda interrogazione parlamentare al ministro di Giustizia Cancellieri su questo caso».

Lo ha annunciato il presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi che, con la senatrice a vita Elena Cattaneo e il direttore del Dipartimento di Medicina e Trapianti all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e massimo esperto in nefrologia d’Italia, Giuseppe Remuzzi, ha visitato il centro clinico del carcere romano di Regina Coeli.

Brian Gaetano Bottigliero è stato tra gli accusati di aver ridotto in fin di vita un giovane musicista la notte tra il 25 e il 26 giugno 2011 nella zona del rione Monti, in pieno centro di Roma.

«Al momento dell’entrata in carcere - ha aggiunto Manconi - Brian non sapeva di essere malato. L’incompatibilità tra lo stato di salute e la detenzione non è discrezionale, è norma di legge. A Brian è stato impedito di essere sottoposto ai domiciliari per pericolo di fuga. Ma come può scappare una persona che ha perso 18 chili in due anni e che deve sottoporsi per quattro ore a volta, un giorno sì e uno no, alla dialisi?».

Il prof. Giuseppe Remuzzi contattato telefonicamente ha affermato che «vi sono molti altri detenuti in dialisi e di per sè sul piano generale, tecnicamente, la dialisi è compatibile con la detenzione». Tuttavia - ha aggiunto - «le condizioni del ragazzo sono oggettivamente particolari, ha perso peso, ha una malattia renale genetica; questi malati così gravi andrebbero ricoverati in strutture più protette anche in preparazione di un eventuale trapianto. Un conto è privare un soggetto della libertà personale, un altro mettere a rischio la sua salute».

«E’ la prima volta che visitavo un carcere - ha detto Remuzzi - e sono rimasto impressionato delle condizioni igieniche precarie di alcune zone. Due detenuti hanno consegnato anche una lettera a Manconi: si tratta di un diabetico e di un cardiopatico, che hanno annunciato lo sciopero della fame e hanno deciso di non assumere più farmaci anche per protestare per le condizioni igieniche in cui si trovano e il cibo di qualità scadente che non rispetta condizioni minime di igiene».

Tornando al caso del detenuto dializzato: «Dobbiamo impegnarci tutti affinché questo ragazzo diventi

l’occasione per accendere i fari e dare opportunità ai dializzati in carcere».

Elena Cattaneo, biologa e senatrice a vita, ha spiegato che «a Brian siamo arrivati grazie alle segnalazioni di scienziati e intellettuali che hanno rivolto un appello a Manconi».

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