Democrazia americana
Rancori e fratture

In Italia si dibatte sui 209 miliardi di Next Generation Eu. Un sostegno finanziario che non ci potremmo permettere senza l’Unione europea. L’Europa ha opzionato altri 300 milioni di dosi del vaccino BionTech Pfizer per il secondo trimestre del 2021 ai quali si aggiungono i 160 milioni di dosi di Moderna. I singoli Stati nazionali non hanno il potere contrattuale dei 27 rappresentati dalla Commissione a Bruxelles. Con l’annuncio di Ursula von der Leyen, l’Unione europea si rivela solidale e salda nei principi cardine di una democrazia ordinata. A Budapest e a Varsavia guardano a Trump con nostalgia, ma ai due governi è stato imposto di rispettare i principi cardine di uno Stato democratico parlamentare. Pena la perdita dei finanziamenti europei. Il segno di una vitalità che si è consolidata nelle istituzioni rappresentative del continente.

La democrazia esportata dagli americani in Europa dopo la seconda guerra mondiale ha messo radici. Riportare solidarietà e unione in una società polarizzata è dunque possibile. L’America è diventata bipolare. Una società invisibile che si perde nei bassifondi delle megalopoli e popola le lande spesso desolate della provincia profonda. Territori dove prima trionfava la classe operaia sono diventati rust belt, una cintura di ruggine dagli Appalachi settentrionali ai Grandi Laghi che esprime declino industriale e decadimento urbano. È difficile digerire uno stato di minorità quando si è stati la prima nazione industriale del mondo. È qui che si è consumata la frattura nella società americana. Da una parte i ceti urbani delle grandi città poste sulle due coste dell’Atlantico e del Pacifico, dall’altra gli svantaggiati dalla grande globalizzazione, quelli che hanno perso il treno dell’innovazione, quelli che nei campi lottano per avere prezzi di sopravvivenza per l’agricoltura.

È possibile conciliare questi due mondi? L’Europa dice di sì. E i modelli sono, per esempio, la Baviera, dove da sempre gli ultra conservatori della Csu sono al potere e dove la rivoluzione tecnologica viene portata avanti con i pantaloni di cuoio e il berretto piumato. In Austria il verde ecologico si concilia con la tradizione e la difesa dei valori della borghesia e del mondo agricolo. Un incontro che sta maturando anche nella Germania del dopo Merkel, dove la coalizione Cdu e Verdi è all’ordine del giorno delle prossime elezioni di settembre. La Francia alla sua maniera non è da meno. La classe politica si rinnova. In Francia abbiamo al potere un 43enne, in Austria Sebastian Kurz ha 34 anni e Jens Spahn 40 anni in Germania punta alla cancelleria, in Spagna Pedro Sanchez ha 48 anni. Il confronto con l’America è impietoso. In un Paese con una popolazione di età media di 37 anni abbiamo un presidente in carica di 74 anni, quello entrante, Joe Biden, ne vanta 78. Mitch McConnell, 78 anni, è capogruppo repubblicano al Senato e adesso passa all’opposizione mentre al Congresso lo speaker è Nancy Pelosi, 80 anni. E i giovani? Sono rappresentati per la parte democratica da Bernie Sanders, che è del 1941. Tutti personaggi che calcano le scene della politica da decenni e recitano le parti in commedia dove spesso è la gestione del potere l’unico obiettivo. Da qui lo scollamento con una buona fetta della società americana.

L’attacco a Capitol Hill il giorno dell’Epifania nel tempio della democrazia americana ha segnato una cesura. Il liberalismo dei ceti urbani e delle nuove generazioni è stato messo in crisi . Ma l’America leale di John McCain che sconfitto alle elezioni presidenziali del 2008 dichiara ammirazione per il vincitore Barack Obama è rimasta nei nostri cuori . L’Europa ne ha preso il testimone.

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