Guglielmo Gatti è capace di intendere e di volere. E lo era anche all’epoca dei fatti, cioè quando – secondo l’accusa – nel luglio 2005 avrebbe ucciso a Brescia gli zii Aldo Donegani e Luisa De Leo facendo a pezzi i loro corpi e disperdendoli nei boschi tra Schilpario e Provaglio d’Iseo. Lo hanno stabilito i periti della Corte d’assise di Brescia, autori della perizia psichiatrica sul quarantaduenne che dal 17 agosto del 2005 è in carcere con l’accusa di duplice omicidio aggravato e vilipendio e occultamento di cadavere. Le conclusioni dei periti, raccolte in cento pagine, escludono vizi totali e parziali di mente dell’imputato. La perizia psichiatrica verrà ora discussa nell’udienza in programma a Brescia il 9 maggio.(05/05/2007)
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