Posta ordinaria, addio. Nell’era di Internet il più tradizionale dei servizi cessa di esistere, lasciando spazio alle e-mail. Non che siamo vicini alla cancellazione dei servizi che non viaggiano in Rete: restano le raccomandate, la posta prioritaria. Quello che dal primo giugno non ci sarà più è il francobollo da 0,45 euro, per intenderci quello che si usa per le cartoline, o per le lettere «normali». La decisione di Poste Italiane, che segue un decreto firmato dal ministro delle Comunicazioni del governo Berlusconi, Mario Landolfi, e pubblicato il 19 maggio sulla Gazzetta Ufficiale, è inizialmente passata in sordina. Ora, con l’avvicinarsi del termine, sta sollevando numerose proteste. A schierarsi contro l’abolizione del francobollo ordinario le associazioni dei consumatori. Preoccupati anche molti gruppi di volontariato. Singolare l’iniziativa dell’Associazione nazionale coordinamento camperisti per fermare la cancellazione della posta ordinaria. Gli appelli sono giunti anche a Bergamo. Il sodalizio invita gli utenti a esprimere la contrarietà al provvedimento via mail al nuovo ministro Paolo Gentiloni ([email protected]), alla segreteria del ministero ([email protected]) o a contattare un parlamentare attraverso il sito della Camera (ma maggiori informazioni sui contatti sono anche disponibili sul sito www.coordinamentocamperisti.it). Ma le Poste non fanno una piega: «La manovra è stata decisa poiché è emerso che avrà un impatto poco rilevante sull’utenza – spiegano dal Servizio di comunicazione Lombardia di Poste italiane –. Dopo una ricognizione sulla tipologia di servizi scelti dai consumatori, è emerso che solo il 2% delle spedizioni ordinarie è effettuato dalle famiglie. Quindi, l’impatto sarà ridotto: moltissimi usano già ora la prioritaria». Le Poste fanno comunque sapere che «il costo del francobollo di posta prioritaria resterà invariato per i prossimi cinque anni. Inoltre – aggiunge il Servizio comunicazione – ricordiamo che rispetto alle tariffe europee, a parità di servizio la nostra è la più contenuta». «Ma questo non è vero – replica Eddy Locati, segretario provinciale di Adiconsum Bergamo –. Molti usano la posta ordinaria: anche noi, come associazione, utilizziamo solo in casi particolari la prioritaria. Insomma, di fronte a un problema organizzativo, che si lega alla carenza di personale, le Poste reagiscono cercando una soluzione che però penalizza gli utenti. Adesso sarà tutto da vedere se l’impiego della posta prioritaria velocizzerà i tempi di consegna, dato che lamentele in merito non sono mancate in passato. Questa mossa ci lascia scettici».(26/05/2006)
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