Dal Perù a Bergamo:ecco il racket dei visti

Faccendieri aiutano ad aggirare la legge: chiedono 5 mila euro per il viaggio e per fornire un documento «in regola» I racconti: «Se ti fermano alla frontiera, i risparmi di una vita non li vedi più». E chi parla rischia ritorsioni sulla famiglia

Pagare, e anche tanto, pur di espatriare. Come una partita dove si puntano dai 4 ai 5 mila euro e la posta in gioco vale un visto d’ingresso per il Vecchio continente. Tutto apparentemente in regola: i documenti non sono falsi, ma ottenuti attraverso uno «snellimento» delle pratiche, possibile solo attraverso il pagamento di somme considerevoli. E i peruviani ormai lo sanno, eccome: da qualche anno a questa parte nel Paese sudamericano è nato e cresciuto un giro di affari legato al rilascio illegale dei visti che sta generando un flusso migratorio irregolare verso l’Italia, Bergamo compresa. Si calcola che nel nostro Paese siano almeno 20 al mese gli arrivi da ricondurre a questo metodo: si tratta di persone che magari fanno prima una tappa in altri Stati dell’area Schengen, avvalendosi poi della facoltà di libera circolazione.A gestire questo racket internazionale è una rete di «tramitadores», intermediari con contatti negli uffici preposti al rilascio delle autorizzazioni che organizzano per i propri connazionali un «viaggio tutto compreso» e di sola andata verso l’Europa. Prezzo del servizio intorno ai 5 mila euro. Un sistema ormai accertato e che per molti rappresenta l’unico modo per poter lasciare il proprio Paese. (22/11/2007)

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