Sarà presentato in giunta a settembre, ma sono già emerse le principali novità del nuovo Piano del commercio per la Lombardia. «Il nostro obiettivo – spiega Franco Nicoli Cristiani, assessore al Commercio del Pirellone – è soprattutto quello di fare ordine, aumentare l’offerta ed eliminare il fenomeno dei comuni turistici che non hanno nulla a che fare con il turismo». Soprattutto nell’intenzione di regolamentare aperture e orari: in Lombardia, se il disegno di legge sarà approvato a meta settembre, la piccola distribuzione potrà restare aperta («su base volontaria e fino ai 250 metri quadrati di superficie», sottolinea l’assessore) tutte le domeniche e fino alla mezzanotte, con tredici ore di apertura dalle 7 alle 22, con possibilità dei singoli comuni di concedere due ore in deroga all’inizio o alla fine dell’orario: dalle 9 alle 24 e dalle 5 alle 20. Cambiano le cose anche per la grande distribuzione: le domeniche di apertura passeranno da 8 a 16, sempre la prima o l’ultima del mese, oltre alle quattro di dicembre. «Una data sarà lasciata inoltre a discrezione dei comuni – continua Nicoli Cristiani – che potranno decidere di farla coincidere, ad esempio, con la festa patronale o altre particolari manifestazioni». Di rilievo anche la riduzione dei comuni turistici: «Se da un lato l’intervento verso la grande distribuzione è propositiva con l’aumento delle aperture domenicali – continua l’assessore regionale –, c’è anche una parte punitiva. Ora sono ben 340 i comuni turistici che, come tali, possono decidere di derogare alla legge e aumentare le aperture domenicali. L’obiettivo è di dimezzarli, dando questo status solo a quei comuni che effettivamente lo sono, e non solo perchè sul territorio hanno un centro commerciale come vorrebbe qualcuno. Un discorso a parte sarà invece fatto per gli outlet, ma si tratta di un progetto su cui stiamo ancora lavorando». Intanto lo status turistico sarà assegnato secondo quattro specifiche categorie: «Ai comuni montani con impianti di risalita – spiega Nicoli Cristiani –, ai lacustri, ma solo quelli sui laghi di Garda, Iseo, Como e Maggiore, alle località termali, a tutti i capoluoghi di provincia, nel limite del centro storico, e a quelli che sono sede di un aeroporto», come Orio al Serio ora privo di questo status e con l’Orio Center che premeva per questa opportunità.(08/08/2006)
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