Cyberbullismo, piaga oscura
Tocca quattro adolescenti su 10

Conoscono tutto su post, tag e il campionario emoticon ce l’hanno sulla punta delle dita. Preparatissimi quanto a tecnologie eppure inconsapevoli dei rischi che chattare, condividere e mostrarsi sui social network comportano.

A partire dal fattore privacy che, spiegano gli esperti, «su internet è praticamente nullo». Disinvolti (se non sfrenati) cultori dei social, eppure terrorizzati dal cyberbullismo, la forma più hard - nel panorama minorile - delle angherie online.

Lo dice il 72% del campione intervistato nel 2013 da Ipsos per la ricerca sul cyberbullismo commissionata da «Save the children»: due adolescenti su tre ritengono che il fenomeno sociale più pericoloso per i ragazzi non sia la droga, non l’alcol, nemmeno le malattie trasmissibili. Il pericolo più temuto dai ragazzi tra i 12 e i 17 anni è il cyberbullismo.

Sempre più cyber, tanto che al terzo posto di questa classifica (dopo la droga percepita come il maggior pericolo dal 55% del campione) compaiono le molestie via cellulare, mail e internet. «Sono numeri che devono destare preoccupazione anche nel mondo adulto, alla luce del fatto che le vittime tendono a restare nella loro dimensione di solitudine - spiega lo psicologo e psicoterapeuta Aldo Rovetta, responsabile dell’Area famiglia dell’Asl di Bergamo -, come pure la platea di spettatori di questi episodi di prevaricazione».

Quanto è diffuso il cyberbullismo nella Bergamasca? «Essendo un fenomeno nuovo, nato con i social network, di cifre ancora non ce ne sono. Importante è la ricerca di Save the children secondo la quale quattro adolescenti su 10 sono stati o sono spettatori di cyberbullismo. L’indagine ha anche fotografato un dato che si intreccia al primo: al primo posto tra i pericoli percepiti dai ragazzi c’è proprio il cyberbullismo. Paura che si traduce, in chi è spettatore, nel silenzio, nel fatto che non si interviene in difesa della vittima».

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