Crescono le vittime della strada
Colpa anche della tecnologia e dei selfie

Dopo anni in cui le vittime delle strada erano in costante diminuzione il trend si è invertito e gli incidenti mortali sono in notevole aumento sulle strade italiane, con un picco nello scorso mese di luglio, in particolare nella fascia oraria notturna.

Tra le cause l’uso dei cellulari mentre si guida, compresi invio di sms, mail e addirittura selfie. E l’inasprimento delle sanzioni è di là da venire visto che il reato di omicidio stradale non è ancora legge.

I dati rilevati da Polizia e Carabinieri, secondo quanto riporta il mensile Poliziamoderna, parlano di 972 vittime nei primi 7 mesi dell’anno (erano state 952 nell’analogo periodo del 2014) segnando un’inversione di tendenza rispetto a un trend di bilanci positivi che aveva caratterizzato oltre un decennio (2001-2013).

Gli incidenti mortali sono passati dagli 879 del 2014 agli 897 dell’anno in corso. Nel mese di luglio poi sono aumentate del 70% le vittime tra i centauri, e dell’80% tra i pedoni. Agli eccessi di velocità e ai conducenti irresponsabili, al volante dopo abusi di alcol e droghe, si aggiunge - secondo la Polstrada - un ulteriore elemento di distrazione, quello legato alla tecnologia, che distoglie l’attenzione dalla guida per fare contemporaneamente anche altro: messaggiare, scrivere email e addirittura scattare selfie.

Una ricerca dell’Istituto francese di statistica ha rilevato che la distrazione per ascolto telefonico durante la guida determina una riduzione dal 30 al 50% delle informazioni percepite dalla strada. Stress e distrazione stanno creando soprattutto nei tratti urbani, i più colpiti dall’aumento dell’incidentalità, un deficit d’attenzione negli automobilisti che risulta letale.

Tra le cattive abitudini in auto inoltre c’è il mancato uso della cintura di sicurezza, un optional per molti italiani, soprattutto nei sedili posteriori dove i passeggeri, contravvenendo all’obbligo - come ricorda la Polizia - rischiano, in caso di urto, di essere catapultati fuori dall’auto e di venire travolti dai veicoli che sopraggiungono. Secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dei Trasporti solo il 63% dei conducenti indossa le cinture e uno sconfortante 10% di persone rispetta l’obbligo di indossarle nei sedili posteriori.

Intanto si attende che il ddl, che introduce il reato di omicidio stradale e prevede fino a 27 anni di carcere per i pirati della strada, venga esaminato dalla Camera. Un percorso irto di ostacoli, anche se il vice ministro ai Trasporti Riccardo Nencini, invita a approvare presto il nuovo codice della strada e l’omicidio stradale. Al Senato, prima di essere approvato il 10 giugno scorso, il Governo è stato battuto due volte nelle votazioni sugli emendamenti. In questo modo e’ stato soppresso il giro di vite per i casi in cui i conducenti di veicoli a motore provochino la morte di una persona a seguito di attraversamento del semaforo rosso, inversione del senso di marcia, sorpasso in corrispondenza di un attraversamento pedonale.

È rimasta la pena massima, 27 anni, per chi guidando in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe uccide più di una persona e si da’ anche alla fuga. Se invece la vittima e’ una, il colpevole rischia da 8 a 12 anni di carcere, che diventano 18 se fugge dalla scena dell’omicidio.

Per quanto riguarda la patente, il ddl prevede la revoca da 15 a 30 anni dopo la condanna definitiva. Prima della condanna la patente può essere sospesa fino a 5 anni (se ci sono vittime o feriti) in attesa degli esiti del processo. In caso di condanna non definitiva la sospensione può essere prorogata fino a un massimo di 10 anni.

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