Cresce la produzione agricola nella Bergamasca. Fra produzione vegetale (169.593.000 euro) e animale (369.477.000 euro) infatti, la produzione lorda vendibile (PLV) ha raggiunto nel 2006 i 539.070.000 euro contro i 520.000.000 euro del 2005. I dati arrivano direttamente dall’Ufficio statistica dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Bergamo. I settori trainanti dell’annata agraria sono stati il comparto orticolo e quello agrituristico arrivato a contare 100 aziende turistiche sul territorio. Il 32 per cento della produzione lorda vendibile è rappresentata dalla produzione vegetale. La medaglia d’oro del settore va alla produzione dell’orticultura, soprattutto per quanto riguarda la valeriana, il lattughino da taglio e rucola. A fronte di una diminuzione della superficie coltivabile c’è stato un incremento della produzione media del frumento e del mais. Leggero aumento invece sia superficie coltivata che della produzione per l’orzo. Flessione positiva per segale e sorgo, per il pisello proteico e per il girasole. Continua invece la contrazione della superficie investita a soia e le rispettive produzioni. Per quanto riguarda la frutticoltura le coltivazioni si estendono per 100 ettari fra actinidia, ciliegio, pesco, pero e melo, prevalentemente a carattere hobbistico. Buono il bilancio per l’olio la cui produzione è salita del 3-5 per cento passando a 220 quintali su 132 ettari investiti per l’olivo. Il comparto del florovivaismo ha fatto registrare uno trend positivo soprattutto per la crescente sensibilità del cittadino e della pubblica amministrazione.Sta dando buoni frutti la vendemmia 2006 con i suoi 890 ettari di vite di cui circa 300 Doc. I dati eguagliano e, in alcuni casi, superano la campagna precedente. La produzione animale rappresenta il 68 per cento della produzione lorda vendibile. E’ in ripresa rispetto alla fine del 2005 il comparto suini dove sono in aumento le scrofe e i suini da ingrasso. L’incremento ha interessato anche il numero delle bufale da latte. Per i bovini la campagna latte 2005-2006 ha portato a 3.650.288 quintali di quote consegnate e 87.723 di quote vendute, il 97,5 per cento del latte è stato venduto all’industria e il 2,5 per cento direttamente all’azienda. L’influenza aviaria ha portato ad una diminuzione nel settore avicolo con una contrazione nel numero di polli, tacchini e ovaiole che ha portato gli allevatori a saltare un ciclo. Si è registrato un incremento dei capi per gli allevamenti ovini e il settore caprino. Arrivano buone notizie dal fronte degli apicoltori bergamaschi. Dei 4.000 quintali di miele ricavati dai 20.000 alveari provinciali, prevalgono la robinia e il millefiori sul castagno, il tiglio e il rododendro, un dato in aumento rispetto alla diminuzione del 30 per cento della produzione nazionale.(17/10/2006)
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