Cronaca / Bergamo Città
Domenica 30 Novembre 2014
«Così non va, ministro Alfano
Lei colpisce chi si comporta bene»
«Dopo aver assimilato tutte le notizie degli ultimi giorni riguardanti i provvedimenti presi contro i tifosi atalantini, vorrei condividere il mio pensiero. Mi chiamo Sharon, ho vent’anni e da qualche anno a questa parte sono abbonata alla Curva Nord»
Non mi ritengo parte degli ultras dell’Atalanta, non mi ritengo nemmeno una tifosa accanita (ne ho visti di più sfegatati di me)… Sono solo una ragazza normale a cui piace andare allo stadio a vedere giocare la mia squadra del cuore e, perché no, andare anche in trasferta qualche volta, tempo permettendo. Non ho mai fatto nulla di violento, mai niente fuori posto, mai qualcosa di sbagliato. Sono sempre andata alle partite per divertirmi e passare un bel pomeriggio sperando in una vittoria dell’Atalanta e così altre centinaia e migliaia di persone come me.
Ora, il punto a cui voglio arrivare è che il signor ministro Alfano ha vietato per tre mesi le trasferte ai tifosi della Dea, senza parlare delle eventuali restrizioni alla vendita dei biglietti che verranno decise dalla Prefettura di Bergamo e, da bravo politico italiano quale è (non avevamo dubbi), ha dimostrato di fregarsene di ciò che succede realmente e, essendo incapace di risolvere il problema (vedi gli episodi recenti della partita Italia-Croazia dove non ci si sa ancora spiegare come sia stato possibile arrivare alla sospensione della gara per 10 minuti), ha così optato per una soluzione, se così si può chiamare, pensata e fatta con i piedi.
Bene, uno che non sa un’acca sull’Atalanta e sulle persone che la circondano potrebbe dire «Ben gli sta!», ma non è così. No! Non sta bene a nessuno perché i tifosi colpiti sono famiglie e bambini che vanno abitualmente in trasferta e come me si sono sempre comportati correttamente; perché chi ci rimette sono persone regolarmente tesserate (spiegatemi allora a che serve la tessera del tifoso?) che non hanno nulla a che vedere con le violenze di sabato; perché c’è gente che ci mette cuore e impegno a organizzare i pullman per le trasferte, ma ora non lo può più fare.
Mi faccia capire signor Alfano, cosa pensa di risolvere? Cosa pensa che cambi ora, visto che alle persone responsabili degli accaduti di sabato sera non interesserà nulla di tutti i suoi provvedimenti visto che è gente che non va in trasferta da anni o addirittura non entra nemmeno allo stadio stesso? Cosa pensa di fare punendo chi si è sempre comportato bene?
Ormai non ci si può più stupire, viviamo infatti in un Paese dove chi la fa grossa non ha paura della legge perché tanto la passerà liscia, mentre le persone per bene devono aver paura di pagare per gli atti altrui. Ma diciamoci la verità, bastava poco per evitare la guerriglia: divieto di trasferta per i tifosi giallorossi a Bergamo. Ah sì, ma forse il signor ministro si è dimenticato che era da mesi che era stata fatta questa richiesta visto che la partita, si sa, era ad alto rischio.
Ad ogni modo comunque si è deciso di lasciare che i tifosi della Roma, di sicuro non conosciuti per la loro tranquillità, girassero per tutta Italia (a parte a Napoli, perché bisogna aspettare che ci scappi il morto, con tutto il rispetto per il povero Ciro) e arrivassero anche qui da noi a Bergamo dove, dopo il goal di Maxi, hanno lanciato di tutto e di più verso il settore atalantino vicino…
Ma ovviamente di questo nessuno ne parla, questo a loro è permesso. Delle violenze delle altre tifoserie (senza entrare nei dettagli) nessuno dice niente o per lo meno se ne parla, ma ci si passa sopra; se si vuole condannare la violenza, come è giusto che sia, condanniamola tutta! Ma in Italia si è soliti a utilizzare due pesi e due misure e così è stato anche in questo caso: a Bergamo paghiamo per ciò che è stato commesso da altre persone che si possono chiamare in ogni modo tranne che tifosi (bergamaschi e non) tramite una misura repressiva e discriminatoria.
Sharon
© RIPRODUZIONE RISERVATA