Cronaca
Lunedì 11 Novembre 2013
Congresso federale della Lega
Stucchi-Salvini, scatta la bagarre
Doveva essere una passeggiata, invece si preannuncia bagarre al Congresso federale della Lega. Sono state depositate le candidature: oltre a Salvini e Bossi, si aggiungono il bergamasco Stucchi, Manes Bernardini e Roberto Stefanazzi.
Doveva essere una passeggiata, invece si preannuncia bagarre al Congresso federale della Lega Nord. Lunedì mattina 11 novembre sono state depositate ufficialmente le candidature: oltre a Matteo Salvini e Umberto Bossi, nomi già noti, si aggiungono il bergamasco Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, Manes Bernardini e Roberto Stefanazzi.
Avranno tempo fino al 30 novembre per raccogliere mille firme per poi sottoporsi al giudizio dei militanti nelle primarie del 7 dicembre.
Tra i candidati manca il nome di Flavio Tosi, che ha deciso di non presentarsi «per favorire la nomina di una candidatura unitaria». Il sindaco di Verona ha sottolineato di aver maturato la decisione nel corso di un incontro a Milano con l’attuale segretario Roberto Maroni e Matteo Salvini. «Ci siamo confrontati in via Bellerio - ha spiegato Tosi, attuale segretario della Liga Veneta e vicesegretario federale della Lega Nord - e ho messo a disposizione il mio nome per arrivare a una candidatura condivisa, Bossi a parte. Porre sul piatto anche la mia candidatura non mi sembrava utile al movimento. Del resto quella di Salvini, amico, vice come me e segretario della Lega Lombarda, mi sembra forte e non vedo la necessità di un simile confronto».
Da quanto si è appreso attualmente i candidati alla corsa per la successione di Maroni sarebbero Bossi, Salvini, Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, Manes Bernardini, consigliere regionale dell’Emilia Romagna e Roberto Stefanazzi. Ognuno dei candidati dal 15 al 30 novembre dovrà raccogliere almeno mille firme per ufficializzare la propria posizione. «Ovvio - ha concluso Tosi - che se qualcuno di loro fa un passo indietro si andrà sempre di più verso una candidatura unitaria». Altri precandidati, come Gianluca Pini, non sono stati ammessi per «difetti di forma» nella presentazione.
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