Comunità dei laghi, tutti pronti
per il salvataggio dei Bufo Bufo

La Comunità Montana dei laghi bergamaschi si prepara a una nuova stagione di salvataggio dei rospi Bufo Bufo già in marcia verso i siti di riproduzione, ma in questi giorni in "stand by" a causa del brusco calo delle temperature. Ogni anno, tra marzo e aprile, nelle ore notturne gli animali attraversano i boschi e le strade per andare a deporre le uova nei laghi di Endine e d'Iseo.

Un momento molto atteso dai volontari che fin dagli anni '90 partecipano all'«Operazione SOS Bufo Bufo», così come dai tanti bambini che in questi anni hanno partecipato alle operazioni di salvataggio. E' un viaggio irto di pericoli per questi animali, molto utili in agricoltura in quanto mangiano le larve degli insetti nocivi. Dovendo infatti attraversare strade provinciali molto trafficate per raggiungere i luoghi di riproduzione, potrebbero essere schiacciati in massa se ogni anno una squadra di operatori della Comunità montana non posizionasse barriere di protezione ai margini delle strade, nei punti di maggior transito migratorio.

Anche quest'anno il neo assessore all'Ambiente, parchi e laghi dell'ente sovraccomunale Lorena Boni ha stanziato 45 mila euro di fondi regionali «con i quali - sottolinea - abbiamo potuto effettuare anche il barrieramento della località Portirone e di un tratto della strada che sale a Parzanica. Quest'anno in alcuni luoghi idonei della Val Cavallina posizioneremo delle barriere sperimentali fisse, delle canalette in plastica che ben si mimetizzano con l'ambiente. Verranno inoltre realizzate due pozze di ripopolamento sopra Monasterolo e tra Bianzano e Ranzanico».

Ma le barriere non bastano da sole. In soccorso dei Bufo Bufo sono mobilitati tanti volontari che da anni collaborano con la Stazione sperimentale regionale per lo studio e la conservazione degli anfibi in Lombardia "Lago di Endine". Muniti di guanti di lattice, pettorine catarifrangenti e torce, le circa 80 Guardie ecologiche volontarie della Comunità montana e altri volontari di associazioni ambientaliste ogni sera perlustrano per ore le barriere, raccogliendo i rospi nei secchi con i quali vengono trasferiti direttamente vicino all'acqua. Operazione che si ripete in senso contrario, terminata la riproduzione, portando i rospi nel loro habitat naturale.

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