Colpo di scena, Bossetti fa due nomi
«Con me sul cantiere di Palazzago»

Il colpo di scena era atteso ed è arrivato: Massimo Bossetti, nelle tre ore di faccia a faccia con il pm Letizia Ruggeri che ieri mattina lo ha interrogato in carcere, ha fatto due nomi. I nomi di due persone che lavoravano con lui sul cantiere di Palazzago.

Il colpo di scena era atteso ed è arrivato: Massimo Bossetti, nelle tre ore di faccia a faccia con il pm Letizia Ruggeri che ieri mattina lo ha interrogato in carcere, ha fatto due nomi. I nomi di due persone che lavoravano con lui sul cantiere di Palazzago, all’epoca della scomparsa di Yara, nel novembre del 2010.

Non si tratta di persone su cui il muratore di Mapello, in cella con l’accusa di essere l’autore del delitto, vuole scaricare colpe o indicare come sospetti responsabili del crimine, scagionando se stesso.

No: ha fatto quei due nomi perché “anche loro c’erano sul cantiere di Palazzago” e quindi “potrebbero sapere qualcosa” su come sono andati i fatti veramente. Perché lui, Bossetti, ha continuato imperterrito a professare la sua innocenza, senza se e senza ma. E quindi, dal suo punto di vista, qualcosa dev’essere successo, che spieghi la presenza del suo dna sugli indumenti della vittima.

Lui non lo sa spiegare - ha ribadito - perciò ha indicato i nomi di altri due muratori che lavoravano con lui a Palazzago: forse loro sanno, possono sapere, possono magari fornire elementi utili ad aiutare le indagini. Possibilmente elementi che portino lontano da lui, disposto a tutto tranne che “confessare un crimine che non ho commesso”.

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